“ ‘NA VOTA CI PASSO’ CARLO PE’ FUCINO!”
Tra grande storia e tradizione popolare locale.
A dimostrazione che la Battaglia di Tagliacozzo tra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò ebbe una eco profonda tra le popolazioni di un vasto territorio all’intorno, è restato il detto-proverbio: “’Na vota ci passò Carlo pe’ Fucino…”, con un chiaro significato di “non sempre le cose ti andranno bene…”.
La vicenda storica è ben nota e approfondita dagli storici.
Vale la pena di richiamarla sinteticamente.
“La battaglia di Tagliacozzo fu combattuta nei piani Palentini nei pressi di Scurcola Marsicana il 23 agosto 1268 tra i Ghibellini, sostenitori di Corradino di Svevia, e le truppe angioine di Carlo I d’Angiò, di parte Guelfa; rappresentando, di fatto, l’ultimo atto della potenza sveva in Italia”.
Le varie fasi dei combattimenti sono state descritte, con un solo verso, da Dante Alighieri nella Divina Commedia (Inferno, Canto XXVIII, vv,17-18): ”… e là da Tagliacozzo, dove senz’arme vinse il vecchio Alardo”.Ma le manovre, prima, durante e dopo la battaglia sono ormai descrivibili come in una sceneggiatura: Corradino e i suoi armati a Carsoli; poi verso il Cicolano. I due Capi si trovarono di fronte, proprio come “rivali” nelle due rive del ruscello Riale (o Ritello). Corradino raggiunse Borgocollefegato (oggi Borgorose)-Cappelle e Magliano dei Marsi…
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