L’Olio dell’Alta
Valle dell’Aniene: qualità e prospettive
Negli ultimi decenni, nell’Alta Valle dell’Aniene, l’agricoltura è stata relegata a cenerentola dei
settori produttivi e, in qualche caso clamoroso, perfino istituzionalmente
dimenticata. Eppure la cultura contadina dei nostri
padri avrebbe dovuto lasciare alla nostra generazione un’eredità importante.
Proprio perché da sempre collegata ai bisogni fisiologici primari e mai assurta
a fonte di reddito e di sviluppo imprenditoriale, abbiamo preferito una
parvenza di vita comoda, il pendolarismo, ad
un’attività immaginata fisicamente impegnativa. Certo la polverizzazione delle
proprietà terriere, caratteristica del nostro territorio, non aiuta il singolo
produttore a raggiungere quella quantità di prodotto necessaria all’agricoltura
industrializzata di oggi ma, soluzioni moderne
opportunamente assistite dalle istituzioni possono favorire approcci
imprenditoriali che superino questo limite.
Esempio ne è lo sviluppo della
produzione del vino nel territorio della DOC del Cesanese
di Affile nello scorso decennio. Partendo dalla
costituzione di una cooperativa, laddove erano presenti impianti vitivinicoli
storici, si è arrivati agli attuali 5 produttori ufficiali.
C’è un altro comparto agricolo nel territorio che, senza
dover partire da zero ma opportunamente assistito, potrebbe regalare a tutta
l’Alta Valle dell’Aniene importanti soddisfazioni e
nuove fonti di reddito: l’olivicoltura.
In tutta la valle infatti, sia per
motivi storici che per alcune positive iniziative degli ultimi anni, si sta
arrivando ad avere un importante numero di piante coltivate. Alla già discreta
presenza di piante secolari di olivo sono state
aggiunte oltre 60.000 piante di differenti cultivar, che la Comunità Montana dell’Aniene ha
distribuito ai singoli proprietari.
Questa iniziativa proietta quindi il territorio verso
importanti numeri di produzione che permetterebbero di superare il puro
fabbisogno familiare per aprire la commercializzazione
del prodotto su quei mercati extraterritoriali alla continua ricerca di
qualità.
Infatti, l’olio extra vergine di oliva
prodotto tra queste strette valli ha delle caratteristiche che lo rendono un
prodotto unico. La coltivazione in alta collina su terreni sassosi e assolati
abbassa la produzione di olive per pianta, ma ne
aumenta la specificità organolettica e la conseguente resa media alla molitura.
Il clima estivo della zona poi, più fresco rispetto a
territori pianeggianti influenzati dalla marina, protegge in modo naturale la
pianta dall’attacco di parassiti tremendi come la mosca olearia.
L’olio extra vergine di oliva
dell’Alta Valle dell’Aniene, quindi, possiede
intrinsecamente tutte le caratteristiche per guadagnarsi un mercato importante.
Anche dal punto di vista industriale ci
sono tutti i presupposti per lo sviluppo del comparto. Oltre
infatti all’esperienza storica e alla competenza provata nella
coltivazione dell’olivo, sul territorio sono presenti molti frantoi. Ben
quattro tra Agosta, Subiaco
e Affile che, da ottobre a dicembre, freneticamente
frangono olive e producono olio che finisce sulle tavole delle famiglie locali
o è venduto a basso costo.
Al momento solo una cooperativa di produttori ha esplorato,
con successo, la vendita del prodotto oltre i confini del territorio locale ed
a prezzi congruenti alla specificità commercializzata.
Cosa manca allora per il salto di qualità
dell’olivicoltura dell’Alta Valle dell’Aniene? La creazione di un sistema strutturato che assista il comparto e i
produttori. Un sistema che vada dalla ricerca
scientifica sugli olivi e sull’olio alla definizione di un disciplinare
specifico di produzione per l’attribuzione dell’IGP e della DOP, seguendo
l’esempio sperimentato nel tiburtino.
Potrebbe poi essere utile la definizione di un’agenzia o di
un altro soggetto organizzativo sovracomunale che
faciliti la sinergia tra le diverse esperienze e assista
il processo produttivo su tutta la filiera, sia supportando la
commercializzazione del prodotto, sia promuovendo il cambiamento della
mentalità dei produttori locali per trasformare quello che attualmente è quasi
un hobby in una fonte strutturata di
reddito.
Le fortune dei territori non dipendono esclusivamente dalla
loro ricchezza intrinseca, ma soprattutto dalla mentalità delle persone che vi
vivono.
Benedetto Appodia