AL MUSEO DELLA LIBERAZIONE PRESENTATO IL VOLUME ” CHIESA, MONDO CATTOLICO E SOCIETA’ CIVILE DURANTE LA RESISTENZA

Si è trattato di un convegno di storici,  di ”testimoni” della Resistenza a Roma e nel Lazio, docenti ed ecclesiastici. Nonché  i 19 autori/ autrici dei vari “contributi” e ricerche presenti nel volume: sul ruolo delle donne nella Resistenza romana,sulla rete delle assistenze ai molti perseguitati tra cui gli Ebrei, costituita da Parroci e Parrocchie, associazioni  cattoliche e su molto altro ancora. Una corposa messe di documenti di archivi statali, comunali ed ecclesiastici attraverso la quale si presenta la complessa e articolata presenza umana di preti, suore e laici nella città sottoposta al tallone nazista. Le vicende delle Parrocchie di periferia e dei quartieri borghesi, grandi e minuscoli istituti religiosi, uffici di organismi ecclesiastici, s’intrecciano in misura diversa con le vicende più drammatiche che hanno coinvolto la popolazione romana, con lo sfacelo dei bombardamenti, la paura e la fame, con la persecuzione degli Ebrei e la repressione del dissenso e dell’opposizione - armata e non -,con la ricerca dei clandestini e dei rifugiati e la sollecitazione al collaborazionismo e alla delazione.”Il libro è il 12° delleRICERCHE PER LA STORIA RELIGIOSA DI ROMA”-  Ed. di Storia e Letteratura. Curatore del volume è stato Luigi Fiorani, benemerito storico, appassionato della Fede cristiana e di Roma, recentemente scomparso. La tesi proposta è che la Resistenza a Roma non fu solo lotta armata partigiana, con boicottaggi contro gli occupanti nazisti e i fascisti loro fiancheggiatori, o espressione di ideologie politiche antifasciste. Fu anche l’espressione di solidarietà, di protezione di tutti gli oppressi e perseguitati. Fu pietas popolare cristiana nelle forme più varie, con una creatività nel bene, che ancor oggi commuove. 

                                                                          Sono intervenuti, con la loro parola, il Prof. Antonio Parisella, Presidente del Museo della Liberazione, Mons. Vincenzo Paglia- Vescovo di Terni e Narni-Amelia, il Prof. Augusto D’Angelo della "Sapienza". Hanno partecipato alcuni“grandi vecchi” della Resistenza romana.

Questa la sintesi degli interventi.

Prof. Parisella.                                                                                                                                   Luigi Fiorani studiò anche questo Museo e si appassionò al film “ Roma città aperta”, alle storie dei sacrifici messi in atto per aiutare tutti in quei frangenti tragici in cui “fare il bene era considerato reato grave” dalle autorità occupanti e dai loro fiancheggiatori. Bisognava essere “serpenti e colombe”.Un mondo alla rovescia, in cui spontaneamente si aprirono le Clausure papali, i conventi, le Parrocchie. Tutto lascia pensare che non ci fosse un coordinamento esplicito, peraltro quasi impossibile data la difficoltà di comunicare: tutti si mossero con immediatezza e spontaneità. Ma la Chiesa, in alto, non poteva non essere consapevole di quella “sotterranea” ed efficiente esplosione di solidarietà umana e cristiana, spinta, talvolta, fino all’eroismo.

Tutta questa rete era già stata esaminata, ma non analiticamente, da vari storici e studiosi: Giuntella, Riccardi, De Simone, Forcella, Don Giuseppe De Luca - fondatore e direttore delle Edizioni di Storia e Letteratura-, Gabriele De Rosa e Francesco Malgeri.

 Mons. Paglia.                                                                                                                                All’epoca dei tragici fatti si disse “metà di Roma ospita l’altra metà”, costituita da sfollati, ex prigionieri alleati, militari sbandati, renitenti alla leva imposta dalla RSI. Quella romana fu una Resistenza “impura” rispetto ad altri teatri di guerra e di repressione nazista: era una grande città, difficilmente controllabile dalle sole SS, se non nel centro storico. Si usarono il terrore e la tortura. Per deportare gli Ebrei furono fatti venire da Parigi cento SS “esperte”. Contro i partigiani del Quadraro si distolsero soldati tedeschi dal fronte. Ma in periferia e fuori Roma era difficile tenere tutto sotto controllo.”La “Banda del Travertino” agiva all’Arco di Travertino, guidata dal prete belga Mons.  Desiderio Nobels. Così a Villa Lazzaroni, al Pio XI, a S. Lorenzo, Torpignattara, Salesiane di Don Bosco a Piazza Re di Roma: ovunque si nascondevano e proteggevano ricercati. Il CNL era in Laterano, così come i familiari del Maresciallo Graziani. A Filettino undici cittadini furono salvati dalla fucilazione grazie all’intervento di Mons. Filippo Caraffa proprio su Graziani, nativo di Filettino! Nella tipografia vaticana si stampavano a più non posso documenti d’identità falsi, falsi passaporti, lasciapassare fabbricati “ad hoc” per mettere in salvo persone in pericolo.. Ad un certo punto vi si stampò anche la rivista “Azione sociale” e (forse…)  qualche numero di “Bandiera rossa”! Fu un periodo esaltante , alto e bello  per la Chiesa di Roma. C’era sofferenza e insieme Fede, sogno e gloria. Il Seminario Romano minore e maggiore faceva respirare studio serio, universalità e bonomia. Non ogni cosa era mossa dalle ideologie politiche. Anzi. Il cantante lirico Ugo Stame, il Prof. Gioacchino Gesmundo, Timoteo Bernardini erano ideologizzati, ma figuravano talvolta di collocazione politica difficilmente identificabile. L’UNITALSI si attrezzò, con l’impulso di Mons. Montini, per organizzare nelle Parrocchie l’assistenza ai feriti per i fatti di guerra che si annunciavano. Se si domandava, allora, che cosa bisognasse fare, la risposta era: “Formare le coscienze dei giovani”. Vale ancora oggi.  I Gaetani di Sermoneta, vennero a Roma e aiutarono i perseguitati in tutti i modi: magari distribuendo maglioni fatti a mano. La Banda partigiana dei Monti Lepini, che si appoggiava all’Abbazia benedettina di Valvisciolo, gestiva informazioni per sostenere la Resistenza. Allo stesso modo di com’è descritto nel libro-memoriale di Luisito Bianchi “ La messa bassa,ambientato al Nord. Preti eccezionali, “dediti alla loro gente”, non ripiegati su se stessi. Oltre Don Pappagallo e Don Morosini,  ed altri martiri veri e propri, altri preti vanno citati, come P. Libero Raganelli, quelli della “Sinistra Cristiana”, fra cui Don Paolo Pecoraro, giovanissimo sacerdote appassionato e dedito coraggiosamente all’aiuto e alla solidarietà con imprigionati e perseguitati: Le sue omelie erano ascoltate da due “questurini”: “ Che però non ci capivano niente!”.Poi Don Paolo fu consigliato (come accadeva e accade… talvolta) a trasferirsi nella periferia del Lazio…

Conclusione del Prof. D’Angelo.  

                                                                                                                Il volume è un ricco mosaico. Mette in luce, nel doloroso crogiuolo dei nove mesi della Resistenza a Roma, il vero “conflitto di civiltà” (non quello ipotizzato dall’Hutghinton e variamente interpretato) ma quello tra PIETA’ E EMPIETA’, TRA VITA IN SOLIDARIETA’ E POTERE MINACCIOSO, TOTALITARIO, ANTIUMANO.