Invito a….

ZAGAROLO

(A cura di  Giuseppe e Paola Cicolini)

Siamo in una “città”, dal 1858. Che ora vuole diventare “Città dei Bambini”. Le strutture istituzionali e i servizi  tipici di una città - quanto a scuole, cultura,trasporti, tempo libero, turismo e ambiente - sono adeguati, per gli oltre 17.000 abitanti e per gli ospiti. Con iniziative di richiamo, anche internazionale.

Un fiore all’occhiello è il Museo del Giocattolo, all’interno del Palazzo Rospigliosi.

 I giocattoli di tutto il mondo.  Il Museo dei Giocattolo  nel gran Palazzo Rospigliosi, non è solo una raccolta di giocattoli di tutto il mondo, ma è centro e fonte di cultura sui popoli e  tradizioni sui temi dell’infanzia e la puerizia : con “missione” pedagogico-didattica, interattività, visite guidate e laboratorio per la  costruzione dei giocattoli più semplici, come quelli mossi “dal vento”. Al servizio di un vasto territorio. Un biglietto da visita da dieci anni, per chi visita Zagarolo. ( Per visite di gruppo, tel. 06.9524572, www.museogiocattolo.it , info@museogiocattolo.it.                                                                                                           Il sorriso con i bambini-artisti giapponesi. Ci sorridono i bambini giapponesi,  qui venuti in visita, con le loro foto, disegni e “pensieri”,  dopo le tragiche esperienze dello tsunami e delle contaminazioni radioattive di Fukushima. I pensieri  scritti e “disegnati” da Hayato Abe, seconda elementare: “Vorrei far ridere gli altri”, “Vorrei che tutti stessero meglio”, “Forza Giappone!” ,“ Il Giappone, qualsiasi cosa succeda, non perderà!”,“Vorrei mangiare la pizza!”, “Mi piace il calcio”. Suzune Imai se la cava: “Vorrei visitare il Colosseo”. Per il Colosseo e la pizza tutti accontentati! Speriamo anche per il resto. Di loro resterà la  mostra “WATANOHA SMILE-FRAMMENTI DI CITTA’ ”, organizzata con la  Japan Foundation e “Senninzuru Italia”. Farà storia nella vita del Museo.                                                                                                                L’abitato. Un “mantello” di edifici  e storie  accoglie chi  arriva, con un’antica tradizione di ospitalità. In passato ogni “avanzamento” fu dovuto alla riconoscenza di illustri ospiti: Bonifacio VIII,Innocenzo X, Carlo III di Borbone,Gregorio XVI, i pellegrini romei Alatresi (che ricambiarono con la cittadinanza onoraria di Alatri) Massimo d’Azeglio e Ciceruacchio, il Card. Bellarmino, il Caravaggio.  Oggi gli ospiti di riguardo sono i visitatori , i turisti e le scolaresche, richiamate dalla capitale del gioco e del giocattolo. E dalla bellezza dell’ambiente naturale e umano.

Il luogo. Tra due valloni, “del Formale” e “della Foresta”,  su un banco tufaceo di un chilometro. Zagarolo è sorta qui perché c’erano quarantotto sorgenti di acqua , due acquedotti - “Felice” e “Alessandrino”- per Roma, campi fertili e prati.  Il vicino lago di Castiglione fu prosciugato. Ancora oggi, se si ostruissero i canali di bonifica verso l’Aniene, quel lago si ricostituirebbe. Qualcuno ci ha pure pensato... Ma quante case e terreni andrebbero “sotto”!  La coltivazione della vite ha avuto uno sviluppo straordinario.                                                                                                                                                                                Il nome Zagarolo: da Sagarium, il mantello dei legionari romani? Per secoli fu confusa (o volle essere confusa…) con Gabi, l’illustre città romana. Donde l’acronimo S.P.Q.G.= Gabinus).                                                                                           Carattere “pedagogico” dell’ impianto urbano. “Una grande croce avente alla base il Castello, potere temporale; al vertice la Chiesa di S. Lorenzo, potere spirituale; sul braccio sinistro il municipio, amministrazione della cosa pubblica; su quello destro il palazzo di giustizia: i quattro cardini fondanti i poteri del Ducato”    ( E. Loreti,1987).                                                                                                                                          Da non perdere. Santa Vittoria: da Monteleone Sabino a Zagarolo. La chiesa che custodisce le reliquie della Santa è  la  parrocchiale di S. Pietro Apostolo, chiesa visibile da molto lontano, con cupola affrescata. Santa Maria delle Grazie è un convento-santuario, celebre, dopo le trasformazioni di una piccola edicola voluta da S. Francesco nel 1200. Il “Portichetto” di Via Fabrini  con lapide indicante le antiche misure. Un busto di marmo è detto “Ju giustu ,” la Giustizia… con misura! ( ora c’è il “Caffelugiustu”), la ex pesa pubblica, il forno, il macello e lo spaccio: monopoli ducali. Piazza Marconi, progettata da allievi del Vignola,con Palazzo del Comune e ex Palazzo di Giustizia. Chiesa di S. Lorenzo, con vari cicli di affreschi del Cavalier d’Arpino e Antoniazzo Romano, e campanile ottagonale. La Porta di S. Martino, fiancheggiata da bastioni merlati. Fuori del paese, a due chilometri, si trovano le rovine del “Tondo”, un ludus per gladiatori .Il “Palazzaccio” è quadrilatero, con torri angolari, già sede dell’Albornoz, ambasciatore di Spagna a Roma.

Passeggiata turistica: da Via Antico Gabio e Vicolo Lungo, Piazza Santa Maria, Porta Rospigliosi (portale-arco di trionfo dopo la vittoria di Lepanto), Piazzetta delle Tre Cannelle (con fontanella ricavata da un sarcofago), per Via Marzio Colonna si giunge a Piazza Indipendenza ( già “della Corte”), davanti al Palazzo Rospigliosi (grandiosa “piccola città nella città”, che riassume l’intera storia di Zagarolo), per via Fabrini si giunge  alla chiesa barocca di S. Pietro; Piazza  Marconi, cinquecentesca, con chiesa di S. Lorenzo e Municipio, per Via Calandrelli, Chiesa SS. Annunziata  e Porta San Martino.

Palazzo Rospigliosi. Al piano terra: volte affrescate con “grottesche” e “sala delle bandiere” (una per ogni località del feudo); altre sale e uscita sul giardino pensile; sala delle stagioni, ninfeo, sala della Prudenza, Temperanza, Speranza e Carità. Al piano nobile ( il secondo):cappella gentilizia, la Galleria grande e stanze da letto del Duca. La Fontana dei Mori allude  ancora a  Lepanto . Qui il Card. Bellarmino e altri esperti fecero la revisione del testo a stampa della Vulgata. Quando i Pallavicini vendettero il Palazzo, lo spogliarono di tutto l’arredamento delle 365 stanze. Una perdita. Come l’ asportazione  di statue, marmi e quadri, ad opera dei Ludovisi: “Quod non fecerunt barbari…”, anche i Ludovisi! Durante le guerra qui funzionarono un ospedale tedesco, una fabbrica di gommoni e  paracadute e, infine, alloggi di fortuna per sfollati. I quali qui fecero fuochi e “adattamenti”: con grave sfortuna per gli affreschi! Ma restauri e arredi si possono ancora realizzare, ora che il Comune è proprietario. “La città diventa albergo”, quando nella notte bianca- secondo sabato di luglio-  si brinda nel Salone del Palazzo, con i “Calici di stelle”. Zagarolesi e ospiti si prendono la rivincita sui loro  ex feudatari!

I feudatari. Furono appunto  Colonna,  Ludovisi,  Rospigliosi e  Pallavicini. Grandi visitatori nella storia . Qui una schiera di Santi visitatori del Convento mariano di Santa Maria delle Grazie: San Bonaventura, Sant’Antonio di Padova, San Giuseppe Calasanzio, il Card. Cesare Baronio, San Francesco Saverio Bianchi, San Leonardo da Porto Maurizio e San Massimiliano Kolbe. Personalità legate a Zagarolo: Goffredo Petrassi, zagarolese, musicista sommo; Adelfino Mancinelli, campione pesista; Giuseppe Calandrelli, astrofisico; Carla Capponi, scrittrice di politica; Clinio Quaranta, umanista; Angelo Infanti e Gabriel Garko, attori; Mons. Domenico Segalini Vescovo di Palestrina e scrittore; Eugenio Loreti, storico locale.

Leggende. Nelle stanze del Palazzo Rospigliosi si aggirerebbe Donna Livia Colonna. Per fortuna non urla e non parla, essendogli stata tagliata la lingua dal genero iracondo. Perché parlava troppo! Sotto il pavimento ci sarebbe una  stanza con ossa umane. Le altre narrazioni di distruzioni di Zagarolo, uccisioni e deportazioni, non sono leggende, ma storia medievale.(Ma di questo è meglio non parlare troppo ai bambini-visitatori!). La storia. Prima di Roma, in tempi pre-classici: tribù Eque, quindi Latine della mitica Bola, verso Poli. Poi la storia s’intreccia con quella di Gabi, fino alla consapevolezza di una distinta identità. Fu uno dei nove “oppida” a difesa delle fortune di Praeneste.  Il divo Cesare possedette terre – il “Labicanum” sulla Via Labicana, oggi Casilina, con centro nell’attuale S. Casareo. Nel medioevo la campagna era  ricca di costruzioni. “Colle Muro Pizzuto” allude a una piramide-monumento funebre? “Tirrinchiusu  - è il “Terren Chiuso”-, una gola valliva in cui si svolsero scontri cruenti. Nel periodo si massima potenza feudale, Zagarolo controllò - come una sorta di “Stato Colonnese”-,  Petrella Salto, Olevano Romano e Paliano. Attraverso Paliano era a contatto col  “Napoletano”. E ciò era utile per maneggi e schermaglie politico-militari pro e contro il potere Pontificio.                                                                                                                                                                              Il vino . Arte della cucina e del ben vivere. Ristoranti e alberghi. Zagarolo è “Città del vino”, sulla “Strada dei Vini dei Castelli Romani”, con i suoi vini bianchi doc,  e le molte cantine scavate nel tufo. Per questo, appunto, ogni anno c’è la “Sagra dell’Uva”. Ristoranti e alberghi: Wiki Hotel & Grenvillage, B.&B “Rospigliosi”, Torraccio, “ Al Pozzo”, Foresteria presso  il Convento delle Suore Canossiane.

Artigianato da scoprire: pittura, ceramiche dette “briotti dell’Associazione “Sinergie”, sculture, ricami “punto Palestrina” dell’Associazione “Tramando tessendo”, che esegue altri lavori a mano e al telaio tradizionale, anche su ordinazione.                                                                                                                                                                                             Festival di varie arti. Al Palazzo Rospigliosi: arti visive, giocattolo, biblioteca musica. Ogni anno l’artista premiato per la migliore opera dedicata al giocattolo, viene compensato con l’allestimento di una sua “personale” al Palazzo. E una sua opera resta nel museo! A febbraio:  Progetto percorsi ludici”;  marzo/ aprile: “Redazione progetti solidarietà e cultura”; concerto di Pasqua; maggio, “Con il libro nel cuore”; giugno: “Philosophy for children; luglio: “Festival della chitarra” e concerti: “Dedicati a Petrassi”; settembre/ ottobre: “Dedicato ad Angelo Frontoni – Risonanze festa del Cinema ”; dicembre: “I giocattoli donati”; tutto l’anno: “Laboratorio teatrale per bambini”, “Percorsi ludici”, “Giovedì in biblioteca”. Inoltre, in tutta la città: Primavera zagarolese, Sagra dell’Uva ( 1^ domenica di ottobre), Concerti dell’Orchestra giovanile “Goffredo Petrassi”. Mostre e convegni degli “Amici di Zagarolo”, “Amici del vino e della vite”, “Città Nuova” , “Artigiani artistici” , “Attori per caso”, Associazione “Do-mani”, “Festival Cover bands”, “Arte su strada”. La tradizione  locale vedeva “Manifestazioni aeronautiche e letterarie della Società Cattolica Lauretana”: nucleo storico dell’ attuale voglia di vita di e cultura.

Gemellaggi: con Nelahozeves ( Rep. Ceka) e Six-fours-les plages (Francia) .Gemellati a ragione della musica.

Come si arriva a Zagarolo. Dalla  A-1 uscita S. Cesareo; dalla A-24 uscita Tivoli;Via Prenestina, direzione Palestrina;Via Casilina , direzione San Cesareo.

 

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La ricetta memorabile: “IL TORDO MATTO

Una fettina di carne di cavallo (sic!). Spezie di coriandolo, peperoncino e prezzemolo ( ma il dosaggio tra queste spezie è segreto: provare più combinazioni, assaggiare… e buona fortuna!)Arrotolare. Legare. Cuocere in padella o nella griglia. Spruzzata di vino bianco. Servire. Il risultato si può sempre confrontare andando a Zagarolo!

 

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