INVITO
A … Trevi nel Lazio
(A cura
di Giuseppe e Gina Cicolini)
Trevi è nell’alta Valle
dell’Aniene, tra i Monti Simbruini - Parco Naturale - e gli Ernici. Le origini. Cacciatori, pastori e
contadini, in cerca di sicurezza alimentare e di difesa, fin dal Paleolitico,
si stabilirono sulle pendici del Colle Clemente. Ebbero la consapevolezza di essere un popolo,
gli Equi, e vissero collegati con altri centri della Valle e del vicino Abruzzo. Di qui forse anche il nome,
che significherebbe “tre passaggi” (o “casale”?). L’ambiente naturale. E’ un’ampia conca, solcata dall’Aniene, che a
Comunacque riceve il “gelido” Simbrivio. Piccoli affluenti sono anche il Fosso
Campo e il Torrente Rivo. Chi si affaccia dagli Altipiani, dopo i primi
tornanti, in località Cona (una cappellina) si trova di fronte alla Tagliata e al
Santuario della SS. Trinità. Occorre sostare, come fanno le “compagnie” dei
pellegrini. Panorama impressionante. In basso la “scesa” della Sotacciara, ricca
di leggende. S’intuisce Vallepietra. A Est la conca
naturale di Trevi, l’altopiano del Faìto, il Monte Viglio nei Càntari ( il più
alto del Lazio con i suoi
Da
non perdere. Il
Centro Visita del Parco dei Monti Simbruini; il
restaurato Castello Caetani, con l’intera Civita;
Passeggiate.
(G.B. Formaro le chiama “Divagazioni turistiche”:
La scampaniata e Al Laghetto del Pertuso.)
Durante le feste patronali di agosto, ci sono momenti in cui suonano tutte le
campane. E’ un brivido di festa, che è preghiera. Al laghetto del Pertuso si va
per pescare e per pensare… in silenzio. Inoltre, visitare il
Parco dei Simbruini, l’area faunistica del capriolo e l’orto botanico di fiori
e piante tipiche.
La
storia. In omaggio alle origini eque, la piazzetta della Civita è intitolata a “Fertore Eresio, re degli Equi”.
Con la conquista romana, l’antico insediamento divenne Treba Augusta. Dal V
secolo fino al 1060 Trevi fu sede vescovile – con Cattedrale in S. Teodoro e
giurisdizione su Filettino, Vallepietra, Jenne,
Collalto e Monte Preclaro. L’indimenticato Sindaco e storico locale Paolo
D’Ottavi ipotizza che molti episodi della vita di S. Benedetto si siano svolti
più a monte rispetto al Sublaqueum. Inoltre si domandava di chi fosse l’acqua e il nome
della Fontana di Trevi.Sta di fatto che anche qui erano vari oratori e il
monastero femminile di S. Angelo di Orsano -di cui restano tracce - studiato da
Don Angelo Amati. Intorno al Mille, venuta meno la
garanzia della lex romana e l’ordine pontificio,
i traffici furono meno sicuri e le autorità divennero locali, feudali, “di
castello”. La valle dell’Aniene, dapprima unificata dalla Diocesi “missionaria”
di Tivoli, vide sorgere
Tradizioni e giochi. La più
notevole è la ripetizione ritualizzata della transumanza. Vengono a cavallo, trascorrono
una notte di veglia (ricordo delle antiche “partenze”), tra canti e libagioni.
In antico i pascoli estivi erano tra Filettino, Trevi,
Vallepietra, Jenne e Subiaco. Nella stagione invernale si scendeva al piano.
Giochi per il tempo festivo erano: la
carrozzella di legno, la lippa, zocchi o zicchia (con biglie lignee), sarda la quaglia, campana, circhio,
righetta.
Le
tante leggende.
S.
Pietro Eremita e i “compari roccabottani”. S. Pietro Eremita, patrono di Trevi,
fu
un cristiano laico, nacque a Rocca di Botte, pellegrinò nei paesi limitrofi, a
Subiaco e infine a Trevi, “predicando” preghiera e mitezza e operando miracoli.
Si dice che legasse i lupi con catene di paglia. Fu
canonizzato nel 1215. Annunciava al popolo anche la santità della domenica. Su
questo tornò in molte occasioni, segno che gli uomini e le
donne, costretti dalla povertà, lavoravano senza posa. Qualcuno
ironizzava sulle sue prediche, con lo sferzante: ”Predicator che predichi allo vento, se
predichi pe’ me non strillà tanto”. Oggi il popolo cristiano lo onora con Novena,
“proprio” della Messa, due Inni e una canzone. Ogni anno, in agosto, una
delegazione di Autorità e popolo di Rocca di Botte si
reca in pellegrinaggio a Trevi. I trebani vanno a Rocca di Botte in Settembre.
E’ il “comparato”, ora introdotto anche tra le scuole dei due paesi gemellati.
La
poesia. Antonio Petri allinea temi universali (“Briciole d’infinito”) e struggente
passione per “La mia valle”, che si
apre con questa dedica: ”Alle città e ai
borghi agli uomini e alle donne della Valle dell’Aniene che vivono, soffrono, e
sperano come me in un futuro migliore, e a Roma, eterno sogno del fiume e della
sua gente”.
Trebani
celebri –“La necessità aguzza l’ingegno”:però l’ingegno c’era! In passato i lavori per la sopravvivenza mettevano a frutto ogni risorsa
naturale: i mulini, la valica per
tinteggiare i panni, la lavorazione dell’argilla per “canali” e mattoni, la produzione e
lavorazione della canapa, il taglio dei boschi e le “carbonère”, la pastorizia
e l’allevamento, la magra agricoltura ( per procurarsi cibi poveri: polenta, sagne, pizza, pane e “cicci” (ortaggi). Nell’800
si scoprì che la scuola e gli studi potevano rappresentare una risorsa. I trebani,
con la stessa energia con la quale avevano tratto la sussistenza dalle pietre e
dal legname, si accostarono con successo ai libri e s’impegnarono in studi ecclesiastici ed umanistici. Nel 1960 vivevano ben cinquanta
sacerdoti trebani sparsi per ogni dove. Il trebano-americano musicista, il M°
Giuseppe Camilloni, nonostante la cecità, riuscì, per primo, a farsi
accettare come immigrato negli USA , a Providence. Ed ebbe successo. Oggi si organizza a Trevi un seminario di
studi/laboratorio su “Musica e handicap”:
artisti nonostante tutto! Altri trebani celebri: Don Sandro e Mons. Gaetano
Sibilia, Mons. Dante Zinanni, studioso e benefattore, Silvio e Porfirio
Grazioli, Angelo Del Signore, Mons. Gigi Procaccianti - che fu Vicario Generale
a Subiaco -, Don Angelo Amati, giudice rotale, Massimo Abbate, fotografo.
Lavori
nuovi. Sono legati al turismo, difesa dell’ambiente naturale, agricoltura
di qualità e allevamento di capre ( con produzioni di formaggette DOP - gestione
di Marzia-, donna d’ingegno, che riesce a piazzare i prodotti in mercati di
un’ampia zona).
Autori
locali. Hanno scritto di tutto. Prevalgono poesia e storia, legate anche alla scuola: Don Sandro Sibilia, Giovanni Battista Formaro,
Paolo D’Ottavi, Proff. Angelo D’Angeli-Manuela
Falcucci e alunni della scuola media III A, Silvio Grazioli Don Angelo
Amati.
Prodotti, piatti e dolci. Cicerchie
(le migliori del mondo!), fagiolini, ortaggi, caciottine di capra.
Piatti: sagne,
castrato, pecora arrostita. Dolci: giglietti, ciambelle al vino. Prodotti tipici nel mercato ogni
giovedì mattina , ad Altipiani ogni domenica mattina. Fiera
annuale: il 31 agosto. Albergo e ristorante IL PARCO,
Trattoria Il Grottino e Punto Ristoro, “Bar-collando” , bar Gemma e
Porta Romana, forno Salvatori.
Feste.
Dal
26 al 31 agosto: manifestazioni e
convegni al Castello Caetani. Convegno su temi di protezione
della salute; corsa dei cavalli, solenne processione, poeti a braccio. L’8 dicembre, tradizionali foconi.
Comune:
Sindaco Avv. Filippo Schina, tel.0775.527001 fax 0775.527097.
Dieci
associazioni: Pro Loco- Presidente Signora Rosanna Sangiorgi - cell.
338.7968828. Confraternita Misericordia, che, oltre alle
assistenze, svolge anche attività culturali e teatrali;
Visitiamo, in
letizia, questo bel paese. Trevi è troppo importante perché se lo godano
solo i trebani e gli oriundi!