INVITO A … Trevi nel Lazio

(A cura di Giuseppe e Gina Cicolini)

Trevi è nell’alta Valle dell’Aniene, tra i Monti Simbruini - Parco Naturale - e gli Ernici. Le origini. Cacciatori, pastori e contadini, in cerca di sicurezza alimentare e di difesa, fin dal Paleolitico, si stabilirono sulle pendici del Colle Clemente.  Ebbero la consapevolezza di essere un popolo, gli Equi, e vissero collegati con altri centri della Valle e del vicino Abruzzo. Di qui forse anche il nome, che significherebbe “tre passaggi” (o “casale”?). L’ambiente naturale. E’ un’ampia conca, solcata dall’Aniene, che a Comunacque riceve il “gelido” Simbrivio. Piccoli affluenti sono anche il Fosso Campo e il Torrente Rivo. Chi si affaccia dagli Altipiani, dopo i primi tornanti, in località Cona (una cappellina) si trova di fronte alla Tagliata e al Santuario della SS. Trinità. Occorre sostare, come fanno le “compagnie” dei pellegrini. Panorama impressionante. In basso la “scesa” della Sotacciara, ricca di leggende. S’intuisce Vallepietra. A Est la conca naturale di Trevi, l’altopiano del Faìto, il Monte Viglio nei Càntari ( il più alto del Lazio con i suoi 2.156 m.), i Monti Ernici e Campo Catino. E poi verso Filettino.Qui, a Capo Aniene, c’è la prima sorgente del nostro “vecchio” e mitico fiume. Ma nessuno ha mai pensato di inventarsi una cerimonia dell’ampolla dell’acqua, per celebrare la nostra appartenenza a queste contrade!L’acqua viene prelevata dalla sorgente della Suria e a Filettino, ma solo perché è di ottima qualità e curativa! Acque e magnifici boschi di faggio sono il carattere dominante dell’intatto ambiente naturale. Una curiosità è che Trevi nell’Umbria, fa derivare il suo nome da “costruire” e chiama i suoi abitanti Trevani.L’isolamento  di Trevi è solo apparente. In passato, a piedi e a cavallo, erano attivi i “passaggi” per la transumanza, lo scambio, i pellegrinaggi, le feste e i matrimoni, verso Filettino – Campo Staffi -Serra S. Antonio e Capistrello e verso Vallepietra-Campo della Pietra e S. Vincenzo Valle Roveto; ma soprattutto, seguendo l’Aniene, verso Subiaco, Tivoli e Roma. La viabilità moderna e la motorizzazione, esaltano i collegamenti Altipiani - Fiuggi e verso Subiaco - Tivoli. L’ex Sindaco  Silvio Grazioli, nel presentare una raccolta di poesie del trebano e tiburtino di elezione  Antonio Petrivelli ( in arte Antonio Petri), scrive:”Il percorso del fiume rappresenta la metafora della vita di un trebano tipico:  nasce a Trevi,compie gli studi ginnasiali a Subiaco e svolge la sua attività professionale a Tivoli e a Roma”.L’intera Valle dell’Aniene è unita in un legame fisico e ideale. Il fiume nasce tra i pendii scoscesi e le valli verdi delle nostre montagne, percorre Subiaco,raggiunge Tivoli, per confluire in Roma con il Tevere e raggiungere il mare”.

Da non perdere. Il Centro Visita del Parco dei Monti Simbruini; il restaurato Castello Caetani, con l’intera Civita;  la Collegiata di Santa Maria Maggiore, con l’organo Bonifazi  e la cripta  di S. Pietro Eremita;l’Oratorio di S. Pietro Eremita,restaurato dalla famiglia Zinanni, con importante gruppo marmoreo; le Cappelle della Madonna del Riposo e di S. Sebastiano; la sorgente della Suria; il Ponte di Trevi o delle Tartare, dov’era l’antica mola; l’ Arco di Trevi (come lo chiamano a Guarcino) o Arco di Guarcino ( così chiamato a Trevi); il Palazzo Speranza, che attualmente ospita il Comune; i ruderi del  monastero di S. Angelo di Orsano e la Portella. Soprattutto da “gustare”, in una visita, sono le stradette e i portali antichi, gli scorci, le mura medievali e cinquecentesche. Un modernissimo anfiteatro consente spettacoli e manifestazioni all’aperto. Il carattere degli abitanti, ritenuti fieri e bellicosi, è in realtà accogliente e cordiale. Sono riconoscibili nell’abitato il cardo e il decumano, la Civita e il “Mezzo alla terra”. Il territorio di Trevi include una”fetta” degli Altipiani. Nel 2006, speleologi della Sapienza hanno “scoperto” la Risorgenza della Foce, fiume carsico d’importanza nazionale. Per un futuro Parco dell’Acqua.   

Passeggiate. (G.B. Formaro le chiama “Divagazioni turistiche”: La scampaniata e Al Laghetto del Pertuso.) Durante le feste patronali di agosto, ci sono momenti in cui suonano tutte le campane. E’ un brivido di festa, che è preghiera. Al laghetto del Pertuso si va per pescare e per pensare… in silenzio. Inoltre, visitare il Parco dei Simbruini, l’area faunistica del capriolo e l’orto botanico di fiori e piante tipiche.

La storia. In omaggio alle origini eque, la piazzetta della Civita è intitolata a “Fertore Eresio, re degli Equi”. Con la conquista romana, l’antico insediamento divenne Treba Augusta. Dal V secolo fino al 1060 Trevi fu sede vescovile – con Cattedrale in S. Teodoro e giurisdizione su Filettino, Vallepietra, Jenne, Collalto e Monte Preclaro. L’indimenticato Sindaco e storico locale Paolo D’Ottavi ipotizza che molti episodi della vita di S. Benedetto si siano svolti più a monte rispetto al Sublaqueum. Inoltre si domandava di chi fosse l’acqua e il nome della Fontana di Trevi.Sta di fatto che anche qui erano vari oratori e il monastero femminile di S. Angelo di Orsano -di cui restano tracce - studiato da Don Angelo Amati. Intorno al Mille, venuta meno la garanzia della lex romana e l’ordine pontificio, i traffici furono meno sicuri e le autorità divennero locali, feudali, “di castello”. La valle dell’Aniene, dapprima unificata dalla Diocesi “missionaria” di Tivoli, vide sorgere la Diocesi a Trevi e l’autorità benedettina a Subiaco. Trevi ebbe come feudatari i Conti di Segni e i Caetani. ”Secoli di ferro” in cui “Trevi si oppose a lungo, con dignità, forza e coraggio in lunghe lotte e guerre”. Questa fierezza si manifestò contro la Bolla di soppressione della Diocesi; nella cacciata dei feudatari Caetani nel 1227; contro la prima Repubblica Romana giacobina; contro gli invasori nazisti e con la forte dimostrazione di dissenso contro la decisione dell’Abate di Subiaco di sostituire il Parroco, nell’immediato dopoguerra.Prima Treve e po’ la legge!”.La celeberrima espressione dell’orgoglio trebano va commentata, appunto, storicamente. Un Prefetto in visita ufficiale, sentita questa frase, ebbe un sussulto e si mise a precisare che no, che la legge con la L maiuscola viene prima! Gli sfuggiva che quel detto significa: Trevi è gelosa della sua propria legge e questo si chiama autonomia, libertà! Nel 1600 Domenico Antonio Pierantoni, storico di Curia, ampliò la Chiesa di Santa Maria Assunta e organizzò la traslazione delle spoglie di S. Pietro Eremita. Dopo il 1870 Trevi fece parte della Provincia di Roma. Dal 1927 fu aggregata alla Provincia di Frosinone. Ora è parte della Diocesi di Anagni, della Comunità Montana e dell’Unione di Comuni  Ernici. Ma non si può certo dire che Trevi, per storia e tradizioni, appartenga alla Ciociaria (che , in senso proprio, va da Frosinone a Cassino). Dopo il calo demografico e il faticoso pendolarismo con Roma, il paese sta trovando un nuovo equilibrio nell’agricoltura di qualità, nella cultura e nel turismo.

 Tradizioni e giochi. La più notevole è la ripetizione ritualizzata della transumanza. Vengono a cavallo, trascorrono una notte di veglia (ricordo delle antiche “partenze”), tra canti e libagioni. In antico i pascoli estivi erano tra Filettino, Trevi, Vallepietra, Jenne e Subiaco. Nella stagione invernale si scendeva al piano. Giochi per il tempo festivo erano: la carrozzella di legno, la lippa, zocchi o zicchia (con biglie lignee), sarda la quaglia, campana, circhio, righetta.

 

Le tante leggende. La Sotacciara, strega “co’ gl’occhi de foco”. Il tesoro dei briganti era nascosto nel cavo di un albero, al Faìto: l’albero bruciò e l’oro fuso si raccolse a terra. La Coragliara era una terribile fattucchiera, tutta adorna di “coraglie” (pietre e pietruzze). Un ragazzo, sentendosi in pericolo, scagliò contro la coragliara, un recipiente di acqua della sorgente Suria; quell’acqua sciolse le pietre malefiche, come ancora oggi scioglie i  calcoli renali e cura le malattie del ricambio. La mucca miracolosa utilizzata per la “panarda” da offrire ai Compari roccabottani. La Pentema o Pantasema, che si pentì delle sue magiche metamorfosi. Paola, che salvò il paese dalla soldataglia di Alfonso III d’Aragona. Pietro, che picchiava su un “tamburino” per difendersi dai lupi. Il lupo mannaro… era il povero marito(!).Il tesoro di Capodacqua (oro, pietre preziose e monete), nascosto dai briganti e ritrovato con la formula magica: ” Méti, méti acqua, reempiete cupella, asseccate fontana”. Clelia, che cercò il marito scomparso e finì tragicamente (il suo spirdo si lamenta ancora adesso, nelle notti di luna). E, infine, l’immancabile fantasma del Castello: rumori spaventosi ma… era jo spirdo o un barbagianni?

S. Pietro Eremita e i “compari roccabottani”. S. Pietro Eremita, patrono di Trevi, fu un cristiano laico, nacque a Rocca di Botte, pellegrinò nei paesi limitrofi, a Subiaco e infine a Trevi, “predicando” preghiera e mitezza e operando miracoli. Si dice che legasse i lupi con catene di paglia. Fu canonizzato nel 1215. Annunciava al popolo anche la santità della domenica. Su questo tornò in molte occasioni, segno che gli uomini e le donne, costretti dalla povertà, lavoravano senza posa. Qualcuno ironizzava sulle sue prediche, con lo sferzante: ”Predicator che predichi allo vento, se predichi pe’ me non strillà tanto”. Oggi il popolo cristiano lo onora con Novena, “proprio” della Messa, due Inni e una canzone. Ogni anno, in agosto, una delegazione di Autorità e popolo di Rocca di Botte si reca in pellegrinaggio a Trevi. I trebani vanno a Rocca di Botte in Settembre. E’ il “comparato”, ora introdotto anche tra le scuole dei due paesi gemellati.

La poesia. Antonio Petri allinea temi universali (“Briciole d’infinito”) e struggente passione per “La mia valle”, che si apre con questa dedica: ”Alle città e ai borghi agli uomini e alle donne della Valle dell’Aniene che vivono, soffrono, e sperano come me in un futuro migliore, e a Roma, eterno sogno del fiume e della sua gente”.

Trebani celebri –“La necessità aguzza l’ingegno”:però l’ingegno c’era! In passato i lavori per la sopravvivenza mettevano a frutto ogni risorsa naturale: i mulini, la valica per tinteggiare i panni, la lavorazione dell’argilla per  “canali” e mattoni, la produzione e lavorazione della canapa, il taglio dei boschi e le “carbonère”, la pastorizia e l’allevamento, la magra agricoltura ( per procurarsi cibi poveri: polenta, sagne, pizza, pane e “cicci” (ortaggi). Nell’800 si scoprì che la scuola e gli studi potevano rappresentare una risorsa. I trebani, con la stessa energia con la quale avevano tratto la sussistenza dalle pietre e dal legname, si accostarono con successo ai libri e s’impegnarono in studi ecclesiastici ed umanistici. Nel 1960 vivevano ben cinquanta sacerdoti trebani sparsi per ogni dove.        Il trebano-americano musicista, il M° Giuseppe Camilloni, nonostante la cecità, riuscì, per primo, a farsi accettare come immigrato negli USA , a Providence. Ed ebbe successo. Oggi si organizza a Trevi un seminario di studi/laboratorio su “Musica e handicap”: artisti nonostante tutto! Altri trebani celebri: Don Sandro e Mons. Gaetano Sibilia, Mons. Dante Zinanni, studioso e benefattore, Silvio e Porfirio Grazioli, Angelo Del Signore, Mons. Gigi Procaccianti - che fu Vicario Generale a Subiaco -, Don Angelo Amati, giudice rotale, Massimo Abbate, fotografo.

 

Lavori nuovi. Sono legati al turismo,  difesa dell’ambiente naturale, agricoltura di qualità e allevamento di capre ( con produzioni di formaggette DOP - gestione di Marzia-, donna d’ingegno, che riesce a piazzare i prodotti in mercati di un’ampia zona).

Autori locali. Hanno scritto di tutto. Prevalgono  poesia e  storia, legate anche alla scuola: Don Sandro Sibilia, Giovanni Battista Formaro, Paolo D’Ottavi, Proff. Angelo D’Angeli-Manuela Falcucci e alunni della scuola media III A, Silvio Grazioli Don Angelo Amati.

 Prodotti, piatti e dolci. Cicerchie (le migliori del mondo!), fagiolini, ortaggi, caciottine di capra.  Piatti: sagne, castrato, pecora arrostita.  Dolci: giglietti, ciambelle al vino. Prodotti tipici nel mercato ogni giovedì mattina , ad Altipiani ogni domenica mattina. Fiera annuale: il 31 agosto. Albergo e ristorante IL PARCO, Trattoria Il Grottino e Punto Ristoro, “Bar-collando” , bar Gemma e Porta Romana, forno Salvatori.

Feste. Dal 26 al 31 agosto: manifestazioni e convegni al Castello Caetani. Convegno su temi di protezione della salute; corsa dei cavalli, solenne processione, poeti a braccio. L’8 dicembre, tradizionali foconi.

Comune: Sindaco Avv. Filippo Schina, tel.0775.527001 fax 0775.527097.

Dieci associazioni: Pro Loco- Presidente Signora Rosanna Sangiorgi - cell. 338.7968828. Confraternita Misericordia, che, oltre alle assistenze, svolge anche attività culturali e teatrali; la Protezione Civile; la Parrocchia  con Suor Amalia, animatrice di spettacoli teatrali di soggetto religioso; Arciconfraternita della SS. Trinità; Azione Cattolica; Polisportiva Trevi e Centro Sociale Anziani; Biblioteca Comunale; due bande musicali (S. Pietro Eremita e Città di Trevi).

Visitiamo, in letizia, questo bel paese. Trevi è troppo importante perché se lo godano solo i trebani e gli oriundi!