Scocciabicchieretto:
un bellissimo gioco di strada
di Benedetto Appodia
Se c’è un gioco di strada in cui da bambino mi sono veramente
divertito è “scocciabicchieretto” (scocciabicchirittu
in dialetto sublacense). Un misto tra l’acchiaparella e il booling, ma
con dei rischi tali che oggi lo renderebbe vietatissimo
dalle mamme; ma non potete immaginare come fosse divertente.
Va giocato con un numero abbastanza consistente di giocatori
(almeno 6), dove uno tra questi deve acchiappare gli altri. Appena ne tocca uno
si libera e gli cede l'incombenza di acchiappare. Ma il bello è come e
sotto quali condizione chi acchiappa può catturare un
altro giocatore.
Per giocare è necessario un “bicchiretto”,
un barattolo robusto e necessariamente vuoto, una “boccia” per ogni giocatore , cioè un sasso grande abbastanza da stare nella mano del
giocatore come una boccia, ed un campo da gioco a forma rettangolare da
dividere in tre aree, preferibilmente di terra.
Lo scopo di ogni giocatore è quello di lanciare la “boccia” per
colpire il barattolo, una sorta di booling con un
solo birillo, e riguadagnare il diritto di un altro tiro. E fin qui nulla di
pericoloso o eclatante, ma la boccia si lancia mentre tutti i giocatori sono
distribuiti sul campo e magari stanno anche correndo per non farsi prendere dal
giocatore che in quel momento sta acchiappando.
Andiamo però per ordine e parliamo prima di tutto del campo di
gioco. Infatti, a differenza dell’acchiapparella il
campo di gioco di scocciabicchieretto è un rettangolo
con tre zone ben definite: l’area di lancio, l’area di corsa e l’area di
ripartenza. L’area di corsa, posta nel mezzo, è separata dell’area di lancio e
quella di
ripartenza da due linee tracciate sul terreno, tracciate usando il solito
metodo del tacco della scarpa. Al centro della linea che separa l’area di corsa
da quello di ripartenza si disegna un cerchio. Al centro di questo cerchio
viene posto il bicchieretto e, appoggiata ad esso, di
fianco nella direzione della linea di delimitazione il giocatore che acchiappa
deve mettere la propria boccia. Lui infatti è l’unico
che non ha la possibilità di tirare al bicchieretto.
Uno alla volta i giocatori, dalla zona di lancio, lanciano la
boccia verso il bicchieretto con lo scopo di
abbatterlo, assicurandosi almeno di far arrivare la boccia nella zona di
ripartenza. Se infatti la boccia si ferma nell’area di
corsa, senza neanche toccare la linea di limitazione il lanciatore darà il
cambio a chi acchiappa e questi finalmente potrà andare a tirare.. Una volta
tirata la boccia nell’area di ripartenza il lanciatore deve riuscire a
riprenderla e a riportarla nell’area di lancio senza farsi prendere da chi
acchiappa Chi acchiappa però non può catturare uno che ha lanciato fino a che
questo non riprende, o solo tocca, la propria boccia situata nell’area di
ripartenza.
Se però con un lancio si colpisce il bicchiereto
facendolo cadere, chi acchiappa deve rimetterlo in piedi nel cerchio più
velocemente possibili perché, mentre lui è impegnato in questa operazione,
tutti i giocatori nell’aria di ripartenza riprenderanno la loro boccia per
riguadagnare di nuovo l’area di lancio. Chi acchiappa può catturare un
lanciatore solo quando questi è all’interno dell’aria di corsa.
Immaginatevi quindi la scena: un bambino con un sasso in mano, del
diametro di almeno
E’ un gioco che mescola precisione, agilità, scaltrezza e
disciplina con un livello di rischio impressionante. Immaginate questi sassi
che volano nell’aria, che cadono tra le gambe dei giocatori che tentano di
ripartire, che colpiscono questo barattolo metallico scaraventandolo sempre tra
le gambe dei lanciatori. Ora si capisce perché il barattolo deve essere robusto
e vuoto: sarà soggetto a grossi traumi.
Ricordo spazi molto indicati a giocare a scocciabicchieretto,
tra tutti il cortile alle spalle delle scuole elementari di Piazzale delle
Atri, un cortile rettangolare chiuso su tre lati, dove il lato corto chiuso
funzionava da perfetto limite dell’area di ripartenza, le bocce non sarebbero
arrivato lontanissimo dopo il lancio. E chi acchiappava aveva una perfetta
visione della delimitazione dello spazio da gestire. Insomma: un campo da scocciabicchieretto perfetto.
Non credo che rivedrò mai qualcuno giocare
a scocciabicchiereto, per la sua pericolosità e per
la difficoltà di reperire, per strada, spazi e materiali necessari, ma vi posso
assicurare che era uno dei giochi di strada più appassionanti a cui abbia
partecipate e, credo, uno dei
giochi di strada più strutturati che si possano immaginare.