Invito a…                                                                                                                                                                                 

S. POLO DEI CAVALIERI

S. Polo  dei Cavalieri confina con Tivoli, Marcellina, Palombara, Guidonia, Vicovaro, Monteflavio, Raccagiovine e Licenza.E’ raggiungibile dalla Via Tiburtina, attraverso S. Polo- Bivio e la Frazione di Santa Balbina, oppure per la Maremmana Inferiore, via Marcellina.    S. Polo vive come a contatto  con la grande scienza, attraverso i legami con Federico Cesi –Fondatore dell’Accademia dei Lincei-, e con il Tibet – per i ricordi del grande orientalista Giuseppe Tucci.                                                                                                                                     Di questo i Sampolesi si rendono conto sempre di più.Stanno riordinando la grande biblioteca di Tucci e valorizzando il Castello, che fu dei Cesi.  Il nome S. Polo , che nasconde un innegabile fascino ,- nel Medioevo Castum Sancti Pauli in Jana -,deriva dall’Abbazia benedettina di S. Paolo fuori le Mura.

Quella Comunità monastica curò la costruzione di un primo caseggiato, intorno all’antichissima Chiesa di Santa Lucia (sorta su un resto di torre di epoca romana) e regolò la vita religiosa e civile della prima popolazione.

“Dei Cavalieri”, a causa dei Cavalieri Templari o di mitici cavalieri francesi? In realtà - come ci spiega l’informatissimo Avvocato Filippo Maria Berardi - vera risorsa per la conoscenza del luogo- si tratta della nobile famiglia romana Cavalieri, associata agli Orsini, feudatari dal 1390 al 1558.  Dal punto di vista naturalistico e ambientale l’elemento dominante è il vicino Monte Gennaro, Giano bifronte con il doppio panorama mozzafiato aperto su due versanti: verso Roma e verso la Valle dell’Aniene.Da qui, dall’alto, come da Tivoli e dai Castelli Romani, la grande vista del piano forse dà conto di una possibile etimologia di Latium cioè “largo, vasto”… Il “Pratone”del Gennaro può essere scambiato per un aeroporto e forse ciò accadde, a causa della vicinanza con l’aeroporto di Guidonia, del resto ben visibile. Per la popolazione e la sua avventura umana, ci troviamo di fronte ad una storia di lavoro duro, con l’ulivo che domina il paesaggio agrario con i caratteristici muretti a secco per segnare le proprietà. All’ulivo si affianca il ciliegio.  Il turismo ricco dell’Ottocento era ben vivo: si veniva a villeggiare al fresco. Restano le belle case di allora. Recentemente si è avuto il rilancio per rinnovate attività turistiche. Stiamo in una porzione prossima alla Sabina romana, che tende soprattutto alla Valle dell’Aniene.   Dai quattro colli di S. Polo (Crocetta, Santa Lucia, Pineta-Stallò, e S. Nicola) si vedono le cime del Velino e i paesi di Saracinesco, S. Oreste, Guadagnolo, Castel Madama, Guidonia -con la grande Campagna Romana -e Marcellina, da sempre amore e gelosia dei Sampolesi… Ma nella grande festa della Madonna del Buon Consiglio, la prima domenica dopo il Ferragosto, i Sampolesi si recano in massa in pellegrinaggio a Marcellina. Alcuni vanno anche al santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano.                                                                                                                                          Il Comune ha stabilito nello Statuto che il Concerto Bandistico Sampolese (dal 1863) è un “simbolo di identità culturale paesana”, anche perché molti ex bandisti sono ora professionisti della musica in tutta Italia. C’è anche il Coro Polifonico “Perosi” Questo la dice lunga sui Sampolesi.Non vivono solo di arte, ma coltivano l’arte, il tempo libero, la buona cucina. Per l’arte indichiamo il fotografo Ventura (nativo di Vicovaro), il poeta Domenico Salvatori, le iniziative dell’Associazione “Il Corniolo” (stemma araldico della famiglia dei CESI, simbolo di forza e resistenza) l’Associazione teatrale “Tutti in scena” .I Sampolesi resistono nel promuovere eventi artistici e attività sociali.  La buona cucina impera: “Gli cillìtti”(pasta ), la polenta, i frascaregli ;con i dolci: ciammelle all’anice (larghe e morbide), ciambelline di magro, brutti e bbòni, ciammellette coll’uvetta, biscotti pan di Spagna.

Da gustare nei ristoranti “Antica Osteria della noce” ( solo pesce),  Il Cavaliere,Il braciere, L’agrifoglio, Castelletto. Sta per riaprire l’antico e prestigioso albergo” Millepini”.

E non dimenticate di rifornirvi di olio.

Tutta un’offerta turistica che richiama sempre di più oriundi Sampolesi, turisti, escursionisti, naturalisti, scolaresche. Per tutti c’è la sorpresa adatta, con prezzi ragionevoli.

La presidente della Pro Loco Dott.ssa Monica Barzotti (cell.3288670762) e i  trentacinque soci e collaboratori  della Pro Loco sono a disposizione. Così come il Comune ( tel. 0774.416273) e l’Associazione il Corniolo (tel. 0774.415010).

Per il tempo libero ci sono: il calcio, spazi per vari sport , gli “Arcieri della Rocca”, escursioni nei colli  boscosi che circondano l’abitato.                                                                                                                                                    Il panorama è dominato dal Castello baronale, integro, con quattro torrioni angolari e una torre centrale, che, insieme al feudo, passò di mano in mano tra grandi famiglie romane e, nel 1558, ai Cesi di Acquasparta .Oggi, la proprietà del castello pervenuta nelle mani di un Sampolese doc – il Prof. Fabrizio Gentili, che ha affidato la cura di riportare all’antico splendore la “foresteria”, le strutture interne e il “ri-arredamento” appropriato di tutti gli ambienti al già nominato Avvocato Berardi.I lavori fervono, ma già oggi il Castello ospita iniziative ed eventi culturali.

Federico Cesi e Giuseppe Tucci, due fiaccole di nobiltà intellettuale, sono attrattive culturali del luogo.

Federico Cesi (1585-1630) è noto in tutto il mondo come grande scienziato naturalista e fondatore dei Lincei. Qui, nel castello baronale, ventiseienne, fondò la prestigiosa istituzione (importante fin dall’inizio). Qui convennero moltissimi scienziati. Forse non vi venne personalmente Galileo Galilei, ma è certo che fu estimatore del Cesi e “linceo”.D’altra parte Federico Cesi accettò con entusiasmo le tesi galileiane.

La lince, si pensava, vede meglio e più lontano: così i “lincei”. Da S. Polo e dai monti circostanti, la vista è più ampia e profonda, come quella della lince. Certamente però le esplorazioni scientifiche - e specialmente botaniche- sui monti circostanti sono state occasioni di studio e di ricerca sistematica.

Se oggi andate a Via della Lungara (accesso di Via della Farnesina, 10) troverete la sede dell’Accademia dei Lincei, e quindi un riferimento diretto a S. Polo dei Cavalieri.

Giuseppe Tucci, il grande orientalista, è stato il primo studioso europeo a raggiungere il Nepal e il Tibet, a studiare l’Estremo Oriente per farli conoscere al mondo in tutti gli aspetti, linguistici, religiosi, artistici e storici. In Via Merulana a Roma, il Museo di Arte Orientale e l’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente (ISMEO) portano il suo nome.  Pare che Indira Gandhi, di passaggio per Roma, gli telefonasse a San Polo…Oggi il Tibet, per le sue drammatiche vicende politiche, è diventato di nuovo di attualità (contattare  l'Associazione Italia - Tibet o mail:  d.dechen@libero.it ). Tutto ciò ricorda S. Polo dei Cavalieri, perché a S. Polo il Prof. Tucci visse, ebbe una casa e scrisse che le sue escursioni sui monti circostanti gli ricordavano l’amato Tibet. La sua vedova vive ancora quassù. Qualche contatto tra S. Polo e il Tibet sussiste. Si compiono viaggi di studio. Le scuole argomenti importanti per ricerche e tesine, e gli universitari per tesi di laurea. Ne vedremo delle belle!

 Per tutte queste ragioni, a S. Polo stanno aspettando anche voi, e non solo d’estate.