INVITO A... SARACINESCO

Come di fa a non visitare Saracinesco? E’ una scoperta unica di natura, cultura e persone. Da non perdere.                                                                                        Grande distesa di monti e boschi, una tradizione  saracena (“arabo-islamica”?), sveva e  latina; personaggi storici, e, attualmente, persone simpatiche e accoglienti.

Che cosa dicono di sé i “Saracinescari”? Con malcelata ironia, dicono di essere discendenti di Saraceni, boscaioli, cacciatori e briganti, sempre con lo schioppo a tracolla. Saraceni? Bella leggenda che vuole qui ritirata, come a caposaldo, una banda d’invasori mori, dediti a scorribande nella campagna romana.”Mori” forse , ma certo non provenienti dall’Africa settentrionale o dalla Sicilia arabizzata, ma più probabilmente dal Trincerone sul Garigliano. Misti a bande locali, erano impiegati di volta in volta da potentati locali , e non operanti in proprio. Saraceni, figli di Sara? Agareni, figli di Agar? Vagamente “orientali”, questo sì! Subito integrati tra le popolazioni cristiane  presenti. Leggenda è anche un cunicolo di dieci chilometri - usato per sortite e ritirate guerresche - da Saracinesco fino a S. Cosimato.

Però la leggenda araba è stata ben servita , con scritti e ricerche: i cognomi ricorrenti Morgante e simili, ; l’aspetto  somatico scuro e  capigliatura corvina; le vecchie lapidi del cimitero dismesso con nomi arabizzanti, la bellezza singolare delle donne, modelle di pittori importanti. Ma poi la poesiola ,molto meno leggendaria, parla della cucina:“Saraciniscu meu, Saraciniscu/Sasicce, fegatelli e vinu tòcca/cutturillu, cutturì/Saracuniscu meu vatténne abballe,e vetténne a magnà quattro cipolle,/                                                                                     perseca e nu presciuttu pe’ ccappellu”.                                                                                                                Dalla stazione ferroviaria di Mandela salire fino ai 908 metri di Saracinesco, una volta era un’impresa, nelle ore in cui il “postale” scendeva verso la Tiburtina. Adesso si sale agevolmente in auto, in bici e a piedi. Lungo i tornanti si gode la vista di una cuspide dei Monti Ruffi -un villaggio posto sul monte- a sentinella tra “Massa Jubenzana” e Valle dell’Aniene. Una volta arrivati: panorami grandi e “storici” in ogni direzione; scampoli di Campagna Romana, i “castelli”  Monteporzio, Montecompatri  e Rocca Priora, e poi Ciciliano, S. Polo, Vicovaro, Roviano.  Sono  visibili tracciati di ottime passeggiate tra i boschi- con il percorso “ di cresta” verso Anticoli Corrado - paese legato storicamente a Saracinesco attraverso Corrado d’Antiochia e Corradino di Svevia. Aria pura e fresco non mancano di certo, insieme con la sensazione di essere giunti ad un’altura - come tante altre in Europa - dedicata a S. Michele Arcangelo; ad una confluenza di tradizioni, appunto, saracene, sveve e del Medioevo latino.                                                                                                                  

IL MUSEO DEL TEMPO Ma anche in una raccolta di artefatti gnomonici , una molteplicità di grandi strumenti di misurazione del tempo cronologico, sistemati all’aperto: orologio solare equatoriale,  pastorale, meridiana orizzontale e verticale , a quadro declinante, solare di Lambert, meridiana analemmatica, pendolo di Foucault , monumentali, veri gioielli della cultura universale - insomma un MUSEODEL TEMPO. Omettiamo le spiegazioni dei singoli orologi ... per non togliervi il gusto di esaminarli personalmente! Questi  singolarissimi orologi non sono né meccanici né elettronici al quarzo, ma “sfruttano il sole, l’ombra e il vento”. Ma se volete sapere l’ora, e non date un’occhiata al vostro orologio personale, studiatevi a lungo le tabelle con le complesse istruzioni: diventerete competenti ... e intanto il tempo passerà e si dilaterà. Ma che male c’è? Tanto qui il ritmo di vita è lento, cioè umano! Significativamente una piazza è dedicata allo scienziato del campo magnetico rotante Galileo Ferraris.Impiegate il vostro tempo, come consigliato da una tabella:”Se lo vorrete, potete fermarvi a parlare con i “vecchi” del paese e arricchirvi di qualche pillola di saggezza per il rispetto del prossimo, conoscere memorie di antiche sofferenze.Case, strade, chiese e monumenti sono ottimamente conservati. Comune e Pro Loco sono molto presenti, per garantire buongusto e pulizia, aiutati dal Centro Anziani.

I “punti” tipici sono: l’ex castello- fortezza ora una magnifica veduta, la Piaja”, l’ex Eremo, la chiesa di S. Michele, la zona “Capanne” (dove erano allevati i maiali; vi fu girata una scena del film La Ciociara e ora è “seminata a villette”), “Le fontane”, ”La piazzola”, donde si ammira il Monte Macchia, ”La corte”, la Chiesa di S. Michele Arcangelo.

I personaggi degni di nota nel passato:

Bernardino Belisari, detto “Biastimèlla”.Nonostante il nomignolo, era un genius loci, organizzatore di pellegrinaggi alla SS. Trinità, primo oste-albergatore,testimone delle tradizioni, intelligente e arguto. Era amico di Don Paolo Carosi, benedettino, a cui ripeteva, scherzando, che però lui era musulmano... Il nipote Alfredo, presidente del Centro Anziani, ne ricorda la figura, l’opera e la mente “enciclopedica”.

Vittoria (Vittorina) Lepanto, nata a Saracinesco nel 1885. Assunse questo nome d’arte, suggeritole da Gabriele D’Annunzio, come “sciantosa”, attrice di teatro e del cinema muto. Si chiamava Vittoria Clementina Proietti. Fece la fiorara a Roma, come molte sue coetanee. Fu ascoltata canticchiare da un grande artista – lo Scarfoglio- che la trasformò, novello Pigmalione, in cantante e attrice: una delle donne più fascinose e di successo del suo tempo. Morì nel 1965.Tra i suoi film muti:Carmen, Lucrezia Borgia, Il piacere, La signora delle perle, Il rosso e il nero e l’amica. Si costruì un castello in Saracinesco, e vi ospitò  personaggi illustri e grandi feste.

Le modelle di importanti pittori: Oliva Danieli, Adelaide e Rosa Lucaferri, che finirono per sposare i loro artisti (oppure i pittori finirono per sposarle, decidete voi).Molte altre, “fioraree modelle a Roma, venivano  lì chiamate “barbaresche”: mantelli rozzi e curiosi e “lingua di fuoco”, per “farsi rispettare”.

I personaggi di oggi.                                                                                                   

L’ex Sindaco – ora vice Sindaco - Marco Orsola – che si è dedicato pienamente, con generosità e intelligenza, al suo Comune:  è arrivato a fondare una Foresteria Comunale, come lungo il Cammino di Santiago. Gli anziani che restano a vivere in Saracinesco anche d’inverno, quando si passa da poco più di un’ottantina di residenti a duemila villeggianti; soprattutto coppie giovani, con bambini. Essi, a parole, dicono di non sopportare troppo questa massa di bambini che vociano e corrono dappertutto, ma poi aggiungono che i piccoli qui sono al sicuro e che ciascun anziano si considera responsabile per loro. E sono grandi giocatori di carte: non i soliti giocatori!Sono notevoli anche coloro che fanno vivere l’Azienda Venatoria.

I narratori tradizionali. Molti anziani e  perfino neo-residenti, lo stesso vice Sindaco Marco Orsola. Un esempio di “narrazione”? Un “Saraceno” era entrato nel terreno di un vicino, superando abusivamente “ju vau ( il varco). Il proprietario era appostato con lo schioppo caricato “ a sale” (o “ a salve”?) e gli sparò nel fondo-schiena. Il malcapitato tornò a malapena a casa e si mise a letto, più che altro per lo spavento. Lo sparatore lo andò a trovare e domandò: “Ma t’au sparatu de quà o dellà degliu vau?”.Dellà, dellà...”, rispose quello. Ed egli concluse: “ Se se scopre chi ha statu a spara’, oramai sapìte che issu era dellà degliu vau!”. I giovani.Continuano a frequentare Saracinesco e praticano vari sport fra cui tiro con l’arco e pesca sportiva. Le donne. Mantengono alte le tradizioni della cucina: “Sagne e fazoli”, “Polenta co’ le ciammarucche”, pizza sbattuta, marmellate di more, ciammellete ‘e vinu”.I ristoranti.  Circolo Gastronomico Il Saraceno”, “Chalet Belisario”, Paolino al Laghetto sportivo delle Roscelle (all’altezza dell’Aniene).Le feste. S. Rocco(16 agosto),  S. Michele Arcangelo (ultima domenica di agosto), Sagra della Polenta, Sagra delle Salsicce, Serate medievali, Rievocazione del passaggio di Corradino di Svevia nel 1268. Indirizzi utili al turista: PRO LOCO e Comune - tel. 0774.791004; oppure 0774.791056.