OGNI MESE UN PAESE

INVITO A...

PERCILE

Siamo nella storica Valle Ustica, “convalle” dell’Aniene, in Sabina, nel Parco dei Monti Lucretili.

Si può visitare Percile in due modi: addentrandosi nel centro storico (privo di auto!), tutt’intorno al Palazzo Borghese (così si chiama una via); oppure visitando - in più “puntate”- anche gli altri paesini della verdissima Valle Ustica.

Nell’antichità

Il perché del nome della “perla della Valle Ustica”: dalla Gens Porcia o Portia, da Marco Porzio Catone (?), bisnonno dell’Uticense, che vi possedeva terre e armenti. Restano ruderi significativi, popolarmente chiamati “muraccia”. Altri titoli di nobiltà, alle origini di Percile:antiche trabeazioni e stipiti – ora conservati nel Museo di Villa Adriana - e  numerosi piccoli horti  e ville rustiche  (descritte nel “De agricoltura”).Questo fu per secoli il Percilianum.Il Moroni, ancora nel 1857, riferisce che “singolarmente produce farro, ghianda, fieno, grano, biada, uve, olive e pascoli, ”. L’acqua della Fonte degli Aliucci era apprezzata già in tempi antichi. Recentemente le analisi hanno dimostrato che si tratta di acque oligominerali “che determinano il lavaggio non solo del rene ma di tutto l’organismo”, con vantaggi contro la calcolosi urinaria, la gotta e l’uricemia. Salubrità dell’aria e ottima alimentazione, unita con uno stile di vita sobrio e amichevole, fanno il resto, a favore della buona qualità della vita.  Da sempre qui si vive bene, anche se con poco...

Storia medievale

Il feudo passò dai Benedettini di Farfa, agli Orsini, agli Atti di Todi, infine ai Borghese, che lasciarono le maggiori tracce. Qualche ostilità ci fu con Licenza, per il possesso del borgo di Civitella. Dopo la battaglia presso Tagliacozzo tra le schiere di Corradino di Svevia e quelle di Carlo d’Angiò (nel 1268) qui festeggiarono la vittoria del D’Angiò e costruirono la Chiesa di S. Maria della Vittoria. Percile partecipò ai moti risorgimentali dalla parte di Garibaldi e ospitò una colonna di truppe sbandate dopo la sconfitta di Mentana. Finita l’epoca feudale, la vita fiorì in varie iniziative economiche legate all’agricoltura e all’allevamento della vacca di razza robusta, che oggi chiameremmo “ maremmana” .L’unità d’Italia trovò Percile fiorente di ben 1.700 abitanti!

Attualità “storica”

Qui il medico Marcotulli che ebbe fama e ingegno. La Famiglia Iori esercitò notevole influenza. Possiede un palazzo di pregio storico e architettonico nel centro dell’abitato. Negli anni ’60 Percile, tramite un suo Consigliere Comunale convinto europeista, prese parte alla direzione dell’Associazione dei Comuni e Comunità d’Europa (AICCE), che, tra l’altro, istituì i gemellaggi tra Comuni europei: un modo per costruire la vera unità dell’Europa, dal basso. Teodoro Cutolo, più volte responsabile politico-amministrativo della Provincia di Roma, ne percorse in lungo e in largo i paesi,con un  “messaggio” -a suo modo-  modernizzante. Il Parroco Don Serafino Pasqualini (a cui è intitolata un’associazione culturale) s’impegnò anche  per la scuola e la cultura del popolo.

Miti

Qui sarebbe avvenuto il ”ratto delle Sabine” ( quindi non a Crustumerium...). E’ restato il conseguente ricordo del “Pozzo delle zitelle”, una dolina a caverna in cui si rifugiavano le donne in caso di minaccia d’invasione. Resta il ricordo dei  castelli “del Lago” e “di Pietra Demone”, ora deruti. Da Pietra Demone si ebbe una minaccia d’invasione di Percile, i cui difensori riempirono molte botti di pietre e massi e le fecero rotolare giù per la scarpata. Gli assalitori furono investiti in pieno, si dispersero e si ritirarono fondando Civitella. Tra mito e storia, si racconta di Memmio Icone, Capitano dei Masnadieri o di Ventura, che morì in battaglia nel 1585. Stranamente a Percile non si parla di tesori nascosti: forse perché il tesoro nascosto è Percile stessa, con i suoi dintorni...

Le bellezze

Un panorama ampio abbraccia l’abitato e i dintorni: boschi, prati, oliveti e case addossate luna all’altra. Le due torri gemelle, al disopra delle case, dominano il paese e le valli, svettando anche sul Palazzo Borghese (ora Sede Comunale). Le chiese di S. Maria della Vittoria, di S. Lucia e S. Anatolia, sono da visitare. Come pure il Palazzo Borghese,  completamente restaurato.

I Lagustelli di Percile, due laghetti carsici bellissimi – il “Marraone” e il “Fraturno”-oltre a essere un’attrattiva naturalistica, sono anche come gli “occhietti del Parco dei Lucretili”. Costituiscono un microsistema a tutela integrale, punteggiato di aceri, ornielli, salici, pioppi e canneti. Il Fraturno, sotto le rovine dell’antico castrum, dà vita anche al pesce tinca e alla pianta sommersa potamogeton.

Riti annuali La grande festa patronale del Nome di Maria, la prima settimana di settembre, con tre giorni di sagre, giochi per i bambini, stand gastronomici , musica e ballo in Piazza. Le sagre: della “ramiccia”, della castagna, degli asparagi selvatici.

Per il turista, Alessia Felici con il suo “punto d’informazione” (tel. 0774.46341) e il Comune (0774.469019) forniscono date e dati su tutto, regalando anche materiale informativo sul Parco e sul paese. Suggeriscono passeggiate lungo i sentieri recentemente riaperti: Sentiero dei Berti, dei Fatucci, dei Piglioni, del Cerrato e quello della Forcella, verso i Lagustelli, il vivaio di piante autoctone e il Parco delle Prata. Quest’ultimo percorso – affascinante - è anche impegnativo: ci vogliono scarpe adatte e buona volontà. Ma vale la pena. Sono alle viste: maneggio di cavalli (anche per l’ippoterapia); l’agriturismo alla “Tenuta del Lago”; la maggiore utilizzazione degli ottimi impianti sportivi; l’albergo “Oreste Teodori”, che nascerà come espansione degli attuali bar e chiosco gastronomico stagionale.

Piatti caratteristici Degni di questo nome sono la “ramiccia” – di cui abbiamo citato la sagra – di pasta casareccia fine, con sugo di castrato- e la polenta “lenta” e “solida”. Non mancano piatti a base di carne.

Dolci Amaretti; nociata, tisichelle, tettarelle (uova, farina e nocciole) e pizze lievite  (all’anice).Conclusione Venite! Gli abitanti di Percile vi aspettano. Non sono impazienti. Hanno fiducia nel turismo, non solo estivo. La continuità e il rinnovamento nell’Amministrazione locale lasciano ben sperare.

G.C.