POZZAGLIA SABINA
Il nome e la storia. Da “pozzo del gallo”, per mitici
“Galli” qui sconfitti? Oppure, meglio, da PUZALIA ? La specificazione “ Sabina”, pure elegante, non serve per
distinguerla da altre “Pozzaglia”.Siamo
all’estremo limite montano della Diocesi
di Tivoli, da sempre vocata alla
evangelizzazione del vasto entroterra. Comunità Montana dei Monti Sabini,Unione dei Comuni
“Alta Sabina”- Prov. Di Rieti. Terra di
frontiera sul piano storico e ambientale. Qui la natura dà
spettacolo. Pozzaglia
fu feudo passato per molte mani. Dall’ imperiale Abbazia di Farfa
(sec.IX), di cui furono vassalli Ardino,Gaudolfo e Giovanni, cui seguirono Elperino e Azzolino, poi Batterio (sic!), figlio di Ratterio.Venne costruita la potente Abbazia benedettina di
S. Maria del Piano (vedi più avanti). Dopo i Santacroce- che hanno costruito l’impianto urbanistico del paese -nel
1297, dai Colonna, passò agli Orsini,poi di nuovo ai
Colonna, ai Romani,nuovamente di nuovo agli Orsini e ai Tuttavilla
( Estonteville),
e, infine, ai Borghese. Della storia feudale non c’è che un vago ricordo, eccetto una Via Principe Borghese.
Visione d’insieme dell’abitato
L’abitato
è compatto. Come se una casa si addossare all’altra per protezione dal
terremoto o da altri pericoli. La parte superiore del paese, verso “ ’Ncorte”, viene chiamata “Su pe’
désso”. La parte inferiore, verso “Piè
de terra”, “Giù pe’ ghiò” .La vasta piazza è come uno scenario aperto, a ventaglio.Col palazzetto
comunale,ristorante, bar, Istituto delle Suore di carità, monumento alla
Santa Santa Agostina Pietrantoni, fontana e artistico
monumento ai Caduti. Tre frazioni appartengono a Pozzaglia:
Pietraforte, Montorio in
Valle e “Le ville” ( sorta di recente) ,nota come “Pratarioni”.
Curiosità.
Un brigante c’era ed era pozzagliese!Si chiamava Simei . Specializzato, come me
altri suoi
degni compari di Stipes di Ricetto, in razzie di bestiame .Anche il
raccolto era spesso a rischio di furti e rapine. Gli allevatori erano molti e
cercavano di difendersi, con o senza i gendarmi. Il territorio - si diceva ai bambini- era
infestato di lupi menari.
Oggi c’è un solo allevatore con mille pecore: bel patrimonio pecuniario! E lavoro per parecchi pastori.Si ballava durante le feste al suono
dell’organetto. I ragazzi correvano spingendo il cerchione e gli anziani gareggiavano con la ruzzica. Tutti giocavano a marrone: una colonnina di soldi
metallici da colpire dall’alto con un sasso.
Si vincevano i soldi che si facevano cadere. Non mancano, neppure oggi,
i giochi umoristici: “corse
dei sacchi”, poesie a braccio e canti tradizionali. Il
“pallone” aerostatico è stato proibito , per timore d’
incendi. Restano i concerti bandistici, la fanfara e le gare di bocce, durante
tutta l’estate.
Le feste Santa Agostina Pierantoni (al secolo Livia), patrona degli infermieri, festeggiata il 12 settembre;
GLORIE POZZAGLIESI. Santa Agostina Pietrantoni è un miracolo di gloria umana e cristiana, per Pozzaglia e per il mondo infermieristico e ospedaliero di oggi e di domani. Degna di
far identificare Pozzaglia come “ IL PAESE DI SANTA AGOSTRINA”.La
canonizzazione della Santa patrona
degli Infermieri si ebbe nel 1999, da parte di Giovanni Paolo II.La beatificazione, nel 1972, con Paolo VI.La vita della santa è caratterizzata dal lavoro e dalla
pietà cristiana, fino alla virtù eroica. Accudì il
padre malato , il nonno e i fratellini. Lavorò
come operaia nella costruzione della strada. A Tivoli andava al lavoro
stagionale della raccolta delle olive. Era sempre e dovunque un punto di riferimento
per serietà e prestigio. A 22 anni, sia pure con qualche difficoltà a causa
della sua condizione di povera, fu accolta come novizia nell’Istituto delle Suore della Carità
di Santa Giovanna Antida Thouret,
in Roma. Emise il quarto voto : al servizio dei poveri. Nella Corsia
dei Bambini dell’Ospedale di Santo Spirito, presso il Vaticano, svolse
apprendistato e qualificazione di infermiera assistente. Nel 1889 si ammalò di febbre perniciosa.Guarita,
venne assegnata ai malati di t.b.c., dove si distinse
per zelo e competenza. Tra i rivocerati, alcuni,
purtroppo, ricambiavano la sua dedizione con meschinità e cattiverie.Venne
perfino percossa. Ma il culmine tragico si ebbe quando un uomo, già allontanato
per cattiva condotta, rientrò e aggredì la giovane Agostina-Livia
con molte pugnalate, fino ad ucciderla. Ella perdonò il suo assassino. E’
martire perché uccisa in odio alla sua virtù. La sua vita e l’eroico
martirio sono narrati dal volumetto Con
le ali del cuore, scritto da Vittorio De Bernardi S.j-
Ed. Roma, Via S. Maria in Cosmedin,5.In
Pozzaglia c’è l’ASSOCIAZIONE FEDELI DI SANTA AGOSTINA-onlus, piazza
P. Dionigi, 25,mentre le Suore della carità sono oggi
in Piazza S. Agostina, 7- tel/fax
0765.934041: mail: carita.pace@virgilio.it.
Sito internet. www.santaagostina.org. Il decalogo dell’infermiere,
desunto dall’esempio di vita della Santa:“Il
tuo biglietto da visita: il tuo sorriso”;” “Cancella te stesso”; “Ricordati di
non dimenticare”; “Onora la competenza e la preparazione professionale”; “Bada
che Dio sia manifestato in ciò che fai”; “Con la tua affidabilità fa’ benedire
Dio”; “Ruba al fratello il peso del dolore”; “Devi inventare l’amore”;” Non
indurire il cuore con l’abitudine ai dolori altrui”; “Tieni presente che
l’ammalato è sempre un altro Gesù”.
Glorie
“minori”.Oltre a vari uomini probi, che
ressero Pozzaglia dall’unità d’Italia a oggi, ci sono
gli Insegnanti, tutti benemeriti : E inoltre Simone Angeloni,
medaglia di bronzo ai mondiali di canottaggio. Una menzione d’onore meritano le
donne pozzagliesi, tenaci lavoratrici e reggitrici
dell’economia domestica e delle tradizioni, non solo in cucina.La
natura intorno. Siamo a un’altitudine
di media di
Per il turista e l’oriundo pozzagliese
l’estate, ovviamente è la stagione delle visite e della villeggiatura, ma si
sono attrattive tutto l’anno. Molti piatti dolci sono prodotti in casa, con
antiche ricette: sagne e fasoi; fittuccine all’ovo; pulenna colle spuntature. Queste ed altre specialità si possono gustare al Ristorante Da Teresa e negli stand , dove il Comune offre “pacchi” di
cibi locali agli anziani e ai turisti. Opolentone,
identico al polentone dell’Italia
settentrionale (polenta dura, da tagliare col filo) è distribuito a tutti,
nella sagra di settembre, e, durante tutto l’anno, a richiesta, al ristorante.
E’ arricchito da sugo di castrato o di cinghiale.
Dolci
caratteristici sono: le tisichelle, ciambelline coperte
da glassa di chiara d’uovo e zucchero; il pan di Spagna arrotolato ,
bagnato con alkermes
e farcito con cioccolato.
Come si arriva a Pozzaglia. Da Vicovaro-Mandela-Orvinio, SP 35,
Direzione Pozzaglia.
Da Rieti:SS
Salaria fino a “Case S. Benedetto” - SP 36, per Pozzaglia.
Cotral, da Stazione Ponte Mammolo.
Informazioni per i turisti e visitatori. Comune di Pozzaglia.Sindaco Dr. Massimo Mulieri. Viale dei Caduti,1 02030.Tel.0765.934016
fax 0765.934155; mail: comunepozzaglia@tiscalinet.it