INVITO A…

POLI

A cura di Giuseppe e Gina Cicolini

In tempi arcaici il territorio fu abitato da agricoltori - allevatori, in insediamenti di capanne - con sbocco verso il Guadagnolo e la campagna -, fuggiti da S. Giovanni in Campo Orazio, nell’Agro Romano. In seguito ci fu pure qualche brigante, tra cui un tal Ricciardetto.  Di buono, dal medioevo, restò l’uso civico delle erbe e del legnatico. I duemilacinquecento polesi vogliono essere conosciuti nel mondo circostante per la loro ospitalità. Non è un modo di dire. Hanno “restaurato” feste e usanze, con nostalgia del passato e rigore antropologico - culturale. Si sono dati vari obiettivi: rinnovare l’assetto edilizio complessivo; rianimare il centro storico; sostenere manifestazioni culturali e turistiche, coinvolgendo tutti i residenti e i visitatori. Tutte le vie diventano teatro vivo. Un crescendo d’iniziative. Se riusciranno anche a liberare il grandioso Palazzo Conti dalle utilizzazioni improprie e a farne l’anima culturale - turistica di Poli, sarà il massimo. Oggi esso ospita gli uffici del Comune. Nell’antico talamo affrescato sono conservate le Gazzette Ufficiali! Si realizzerà anche la scuola dell’infanzia, comunale. A illustrarci il tutto sono l’Assessore alla Cultura, Ambiente e Politiche sociali Silvana Porziani e il Consigliere con delega al Centro Storico Marianna Sgrulletta. A Poli si ha l’impressione di un piccolo mondo, in cui la vivacità delle giovani e delle anziane - insieme -, è come scandita da un sottofondo di canti  di lavoro e femministi. Insomma, la dignità delle donne e un futuro di crescita e di operosità, sono annunciati e programmati. E ciò integra la Comunità: uomini, famiglie, vicinato, e anche gli immigrati. Venite a Poli per le bellezze naturali e i monumenti, e per respirare ospitalità. Il nome. Da Castrum Sancti Pauli, in seguito all’incastellamento alto-medievale. E’ sorta intorno alla Rocca della Gens Anicia. Nel 1074 Gregorio VII cedette il feudo al monastero di S. Paolo al Clivo di Scauro, in seguito divenuto S. Gregorio al Celio. Poi il potere passò, per sei secoli, ai Conti di Segni e Anagni, (già di Tuscolo?), agli Sforza Cesarini e ai Torlonia. La storia di Poli è  legata alle vicende ecclesiastiche. Diede alla Chiesa quattro Papi: Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV (dei Signori di Jenne) e Innocenzo XIII.  Strade e piazze hanno nomi storici. Posizione. Poli  storica è su uno sperone di tufo - Colli Prenestini - sulla dorsale tra i monti Cervia e  Cerella, presso le sorgenti del Fosso Saviano. Assetto urbano “a spina di pesce” o a foglia lanceolata. Ci sono la Porta da Capo e la Porta da Piedi. Il suo fascino è dato dal centro storico, attraversato dalla Via Umberto I - Via Maestra - e dai trentacinque vicoli laterali.  Se ne voleva fare il “doppio” di Caprarola. Lotario II, duca di Poli, indicò le regole: palazzi allineati, scale laterali, tetti spioventi sulla strada, vicoli radiali anche in comunicazione tra loro. I grandi Palazzi sono la Poli monumentale, ma la risorsa popolare era ed è quella dei vicoli, delle “Donne del Vicolo”. All’intorno, una corona di Frazioni e di nuove abitazioni e negozi. E con buoni parcheggi! Le chiese. Santo Stefano, costruita intorno al 1000; l’Arcipretale di S. Pietro, con caratteristico campanile “ a lanterna” (come nel Varesotto); S. Antonio Abate; oratorio San Pietrino; Santa Maria al Monte di Castel S. Angelo, collinetta che fu rifugio dei Fraticelli. Palazzo Conti.  Maestoso. Sorto sull’acropoli - poi castello -, con ingresso monumentale, affiancato da una fontana scenografica in cardellino, come un ninfeo verticale.  Il vicolo Borboni attraversa il Palazzo. Cappella con un quadro del Cavalier D’Arpino raffigurante S. Francesco che riceve le stimmate. Pareti e soffitti affrescati “ a grottesche”, con temi mitologici e storici.  Residenza privata dei feudatari. Dà l’idea della vita dei Prìncipi dal 1208 al1808: Conti, Sforza Cesarini e Torlonia.Villa Catena, con torrette a valle e a monte. Somiglia alla facciata est della Villa Rospigliosi a Maccarese e all’impianto del Palazzo - fortezza di Lunghezza. S’ignora il senso esatto del nome “Catena”. Fu costruita nel 1563 da Torquato Conti. Annibal Caro, ne seguì i lavori, mentre egli stesso si costruiva una Casina in Frascati. Palazzo Pelliccioni.Lungo il Corso centrale, con portale bugnato, androne e cortile interno.Personaggi. Oltre i feudatari e i quattro Papi: Mons. Cascioli, storico , Mons.Rosa, realizzatore di cappelle e di un  ospedale;le Maestre Pie Filippini e gli Scolopi del Calasanzio; il primo sindaco-donna (e PCI) Giannina Giannini, che, tra l’altro, acquisì per il Comune un appartamento in Piazza Re di Roma  la cui rendita dota una borsa di studio .Il Comune si accolla due rette benefiche, perché “domicilio di soccorso”. Altri personaggi legati a Poli:  S. Giuseppe Calasanzio,Nilde Iotti, il Card. Agostino Vallini ,  attuale Vicario del Papa ,  il pittore Giacinto Brandi e Franca Caponi. Storico: Romanello Gordiani; tradizioni popolari: Gruppo di ricerca “Donne del Vicolo”e “Le femmone de lu ficinatu”; autori dei CDRom “Appressu a la ficora ci nasce la ficorella” e “La memoria e la storia” di N. Retico e M. D’Alessandro. Feste. La prima domenica dopo il 17 gennaio: S. Antonio Abate, con processione, benedizione degli animali,spettacoli e musica. Distribuzioni  di pane e  minestra di fave (fortuna “favorevole”),  da mangiare pe’ divozzione.  E’ “lascito” di Giulio Pelliccioni, scampato al fulmine sul Ponte Lupo. Ultima domenica di settembre: Festa del patrono Sant’Eustachio -“SANTU STACCHIU”-, sacra rappresentazione itinerante della vita del Santo cacciatore ;  poesia  dialettale; “Festa dell’Ospitalità”, con spettacoli , canti e balli .”Nui de la festa ne tenìmo d’approfittà, co la robba bella a mostra, lu vinu e lo magnà, ci’ accresce puru l’amorosità”.  Fiera di S. Eustachio” 20 settembre.  Festa della Croce. E’rinnovata. Per secoli, nelle “rogazioni” per la fertilità dei campi, si raggiungeva la chiesetta del Peschio, recando rami dell’albero di siliquastro, con ciambelline appese. Ora si va alla Chiesa Parrocchiale. Durante le feste, concerti dell’Associazione Musicale “Città di Poli”.Piatti tipici Cucchi e fasori, gnocchi lunchi (lunghi …Da qua alla casa ‘e Mariuccia), con sugo di ciammarughe e cotiche, pizza azzima e renga, ’ accapezzata, stuzzicotti, sagne di tretigliu, frascaregli, pasta spizzica e jetta.   Dove gustarli: Ristoranti e Trattorie “Da Giovanna,Modern pizza” di Maria Raponi,  La Giacomina”,  Orziere”, bar.Acquisti e rifornimenti: negozi alimentari, forno Giubilei, Agricola Prenestina, olio del frantoio “Il mulino . Dolci. Pizza crisciuta, “ciammelle favorite” tozzetti.Ricettività. Info: Comune di Poli –Piazza Conti, 2 tel. 06.9551002 e Pro Loco -   Casa Albergo S. Stefano,  dei PP Scolopi. Case in affitto tutto l’anno.  Curiosità I “Fraticelli del Barilotto”, erano frati Minori Osservanti, in odore di eresia perché sostenevano di obbedire solo a Dio e predicavano e praticavano la povertà. Qui vissero in varie case. Una  l'offrì loro Maria Staglione. La leggenda nera contro di loro fu alimentata dagli scritti di Mons. Cascioli. La voce popolare fece il resto, attribuendo ai fraticelli ogni sorta di stranezze e veri e propri misfatti, in case-rifugio, ora semidistrutte, nei Vicoli Casacce e Loreto.  Si accenna spesso alla “malapianta dei fraticelli”, ma quell’epiteto “del barilotto” è l’estremo insulto. I benedettini di Subiaco ospitarono per decenni, Frà Angelo Clareno,  loro capo. Bellezza delle polesi: So belle veste femmone de Poli, nun serve ji a cercà ari tesori”.Fascino segreto di Poli: ”Me piace stu paese addò la porta se ropre e nun ze sera”; segno di serenità, la chiave  alla porta, quando la padrona di casa usciva per un po’. Allora Berta filava. La Berta di oggi studia e lavora. E integra polesi e immigrati. Un immigrato è Consigliere comunale. Per spaventare i bambini si evocava la figura di Baramocio e della Strolega (strega).Le donne più brave erano bollate come stroleghe.Il péndent femminile dei Fraticelli? “Carissimi nemici” dei polesi sono quelli di Casape;  gli amici  a S. Gregorio e Gallicano. Come arrivarci. A quaranta chilometri da Roma, Poli è collegata con Tivoli e Palestrina. Direzione Palestrina-Zagarolo, Via Maremmana Inf.re e Via Polense.Sarà realizzata la strada per Castel S. Pietro e Pisoniano. Passeggiate e traversate, sono  una suggestione in più. Importanti le salite al Santuario della Mentorella.