ORICOLA
( A cura di Giuseppe e Gina Cicolini)
Proprio sulla “soglia” tra Piana del Cavaliere e alta Valle
dell’Aniene, con il fiume Turano e il torrente Gamberano.
Quasi milleduecento abitanti;
Auricula. Già oppido di Carsoli,
era come l’orecchio e la sentinella
tra la Valle dell’Aniene e la Piana del
Cavaliere. Il motto sullo stemma comunale: “OLIM AURICOLA REGNI”. Già
nell’antichità romana era a guardia della città manifatturiera di Civita Carentia, che ebbe mura ciclopiche. Insomma, una sorta
di Echelon del
passato. Una sentinella
tende l’orecchio e scruta “a difesa”,
mentre bada anche alla propria posizione e sicurezza. Così Oricola.
Dall’antichissima Civita, degli Equi, si strutturò intorno al
colle,con strada a spirale e tre ordini di mura, con Porte, fino
al Castello. Qualcuno sostiene che la spiegazione dell’orecchio è troppo
facile. Il nome significherebbe “Colle
del sole”: c’è
solo una vaga radice semitica… ma c’è il sole, che illumina uno splendido
panorama a trecentosessanta gradi. Si vedono vestigia dirute
– come La Prugna di Cervara e Camerata
Vecchia; l’Aniene
, Anticoli Corrado, Marano Equo, Arsoli, Rocca
Canterano e Bellegra, e poi l’intera Piana del Cavaliere-un dono
del pianoro alluvionale-, e una corona di monti e paesi della Marsica ricca , dei confini: Carsoli,
Pereto, Rocca di Botte... I cippi cilindrici indicanti il confine di Stato tra
il Regno
e lo Stato Pontificio sono ancora lì, dal Campo della Pietra, presso il
Santuario della SS. Trinità, a Camposecco, alla
Prugna sopra Cervara: in un lato il giglio borbonico
e nell’altro le Chiavi di S. Pietro a X (“decussate”).Quei
cippi e qualche gendarme non bastavano a fermare gli infiltrati in quel valico
montano. Ne sanno qualcosa le bande dei briganti di passo, lungo il “confine sensibile”:soprattutto
le bande di Curzietto e di Marco Sciarra . La ragion
di Stato, fin dal tempo degli Equi, voleva che si esercitasse un “vigile
controllo”.
Leggende
e miti. Un mitico cavaliere chiese ai Colonna
di sistemare la strada della Piana. Da qui il nome di Piana del Cavaliere!I molti
briganti hanno lasciato storie e
leggende di rapimenti, fughe e tesori
nascosti. Un tesoro sarebbe nella “Grotta delle Fate”. Lupi mannari ( erano
malati di rabbia canina?) e streghe nei racconti fantastici. Di notte le
streghe si riunivano a Ara Vento e altrove e facevano grandi scorribande
con i cavalli presi nelle stalle: la mattina quei cavalli erano sudatissimi e
le loro code erano intrecciate incredibilmente.(Queste streghe si ritrovano in
molte leggende paesane: erano in una sorta di consorzio intercomunale?).
Storia.
Abitato
dagli Equi ( Equicoli), in seguito, più a Nord-Est,
denominati Cicoli (da cui il
territorio Cicolano).
Fu il periodo di massimo splendore di tutta un’area unitaria in cui ora sorgono
Oricola, Rocca di Botte e Pereto. Il bosco SESERA forniva legname per
costruire navi romane. Dal 1806 Oricola fu unita a Pereto.Nel 1907 riottenne l’autonomia comunale (vicenda
narrata in “Oricola .La (ri)nascita di un Comune”, di Gabriele Alessandri. Il periodo d’oro fu, appunto, quello degli Equi,
il piccolo popolo dalla grande storia, debellato dai Romani e recentemente riscoperto attraverso
scavi archeologici e studi multidisciplinari (vedi Associazione e Rivista “AEQUA”). Resti di mura ciclopiche sono a
Forcella, S. Restituta, Fioio,
Valle di Ieri, S. Erasmo e Montanarone.In Civita di Oricola
sono stati rinvenuti: vasellame,
lucerne,brocche, olle, un intero
santuario arcaico, con oggetti votivi di teste e altre parti anatomiche.( I luoghi di queste
vestigia eque sono visitabili da piccoli
gruppi, previo avviso a: “Apritium s.c.a.r.l.”Infoline 329.3982997).
Poi c’è lo splendore
architettonico del Medioevo. I primi documenti storici datano dal X secolo,
quando i Conti dei Marsi cedettero il feudo
all’Abbazia sublacense.Nel
1242, distrutta Carseoli, gli abitanti si rifugiarono in Oricola, che ereditò popolazione, storie e memorie
dell’antichità Equa. Dal 1381 passò ad Adriano Monteneo
Orsini e nel 1494 ai
Colonna. Seguirono le dominazioni sveva, angioina,
aragonese, spagnola e borbonica. Dalla “Università”
si originò il Comune, con suoi statuti. Nell’800 la Carboneria ebbe qui una “vendita di carbone” guidata da Gaetano Laurenti.Dopo l’annessione al
Regno d’Italia ci fu la sanguinosa reazione borbonica. Seguì la storia
nell’Italia unita.
Oricola oggi e domani . Oricola non scruta
più, sospettosa, i suoi potenti vicini , ma opera per
un rilancio turistico-culturale, forte anche dell’apporto
economico ( lavoro per la manodopera e ICI per il Comune) delle industrie e dei
supermercati presenti lungo la STRADA
( La Via Valeria) e a Carsoli. Il polo produttivo-“Distretto
industriale di Piana del Cavaliere”- è “il
fiore all’occhiello non solo per la zona”. Oricola
si è dato un impegno:pulizia di strade e piazze,
recupero integrale del centro storico, per la bellezza dei luoghi e il
conseguente turismo. Tutto questo è a buon punto. C’è un consenso esplicito su
queste prospettive tra Sindaco (Andrea Iadeluca),
amministratori, Associazioni e cittadini. Perfino i vigili urbani e gli
impiegati comunali danno una mano. Chi viene a vivere a Oricola,
in qualche modo, viene adottato…
Demografia impegnata.Pubblicazioni di
matrimonio on line
e contributo alle nascite sono solo due aspetti della tenace volontà di Oricola di non perdere cittadini, anzi di incrementarne il numero.Mille Euro per ogni nato da madre qui
residente dimostrano la volontà di crescere. Già
nel 1476 dovettero ricostituire la consistenza della popolazione dopo
la strage di ben 700 Oricolani, asserragliati nella
Chiesa di S. Tommaso, ad opera dei Colonnesi.
Da non
perdere. Il Castello, che per metà ospita il Municipio e per la metà
retrostante gli eredi Laurenti.E’
curioso vedere dall’esterno le finestre delle torri con gli impiegati comunali che lavorano in
ambienti circolari.La chiesetta di Santa Restituta, Patrona di Oricola,
con rappresentazioni della “passio”:la Martire fu arsa viva in una barca ripiena di
stoppa, resina e pece. La chiesa Parrocchiale del SS.
Salvatore. I Palazzi Rostagno ( già di una Principessa Chigi) e De Vecchi,
Le
Frazioni . Civita I e Civita II,
Fornace e Pezzetaglie. Notevolisima Civita I per i resti
archeologici.La Dacia, con casette in legno alla russa, presso la ex fornace Farolo.
Ricettività.
Alberghi “La
nuova fattoria” e Motel “Al Cavaliere”,
Ristorante “Fonte La Tavola” di Civita di Oricola
Cucina casareccia “Da Natalina”. Piatti caratteristici e dolcetti . Il piatto
principale e caratteristico è la “pizza rentorta”, con sfoglia all’uovo (come per le fettuccine),
farcita con salsicce , mozzarella… Un piatto “povero” è “i frascaregli”,
diversi nella preparazione, perché la farina si versa
nell’acqua bollente. Gnocchi di patate:
sono caratteristici perché conditi con sugo di pecora.Polenta di vari tipi. ”Le cose buone di Clami” (di Claudia Minati), sono dolcetti
tipici abruzzesi:ciambelle con
l’anice, ciambelline con vino, crostate, amaretti, tozzetti
e le tradizionali ferratelle. Oltre a Clami, ci sono anche altri forni, negozi e bancarelle
stagionali.
Personaggi . I capi degli Equi rappresentanti
locali di Poppedio SILONE ( da cui prese lo pseudonimo il
grande scrittore Ignazio Silone), che fu
uno dei capi della Guerra Sociale contro Roma.Muzio. Le
Famiglie De’ Vecchi, Ferrari e Laurenti,Minati, Nitoglia e Dari, Ferrari, De Santis, ; il filosofo Simone Nitoglia;Adriano
Montaneo detto “ Il
Generale della Montagna”.Livio Mariani Triunviro delle Repubblica Romana
del 1849 e storico locale.Alba
e Giovannina Miniati, riconosciute dal Governo USA
come benemerite, per aver aiutato soldati statunitensi nella II Guerra Mondiale.
Carmelo Maggio, benemerito. Livio Laurenti,dirigente scolastico locale e nazionale.
Feste e
manifestazioni.Festa di
Santa Restituta il 17 maggio, con
processione immutata nei secoli. Giornata nazionale dell’albero, Lotteria di
beneficienza, Concorso di pittura estemporanea; Sagre (della pizza, delle fettuccine,
gnocchi, polenta, delle mazzocchia e
dello pane ‘nfrascu ). In agosto: film, teatro,
musica e gastronomia.
Passeggiate
e traversate.Nel bosco Sesera,
riconosciuto come SIC ( sito di importanza comunitaria).Al Monte S. Maurizio,
con resti di un
antico monastero; verso Rocca di Botte e per i molti sentieri verso La Prugna e
Camerata Vecchia.
Pro
Loco e
Associazioni. Presidente Pro Loco: Arch. Marilena Miniati. Tel. 0863.900088, Cell. 338.7883670.Comunità
passaggi, notiziario-giornale della
Piana, Via Tiburtina Valeria ORICOLA, tel. e fax 0863.995299.