INVITO a….

MONTORIO ROMANO

 (A cura di Giuseppe Cicolini)

Il nome. Montorio, come “monte d’oro”, dorato? I Montoriani vi trovano una relazione col Montorio in Roma, dove ha sede il tempietto del Bramante. Una terrazza su Roma, la Campagna romana, la Valle del Tevere e la valle reatina. Da qui si vedono la Cupola di S. Pietro, il Soratte e il Terminillo.Con qualcosa in più: si vede anche il mare.Non ci credete? Il fotografo e storico di Montorio Romano vi mostra una foto in cui, in condizioni favorevoli di sole e luce, si vede un tratto di Tirreno solcato da una grande nave. Ma qual è l’oro di Montorio? Il colore del terreno…. Va bene. Oppure l’oro dell’Oriente di Santa Barbara: ”Venuta dall’Oriente, al suolo montoriano, sentiron le sue vette, il tuo poter sovrano”. E la tradizione francescana.Lo stemma comunale: tre colli sormontati da una colomba, col ramoscello della pace.

Enrico Zacchini, fotografo e storico, è un prezioso esponente del sapere locale. Ci sono, nel vasto panorama montano, bellissimi alberi, soprattutto ulivi, nei Monti Lucretili. Zacchini ha elaborato alberi genealogici interessantissimi: dei feudatari e nobili,delle famiglie comuni e delle famiglie immigrate, antiche e recenti : i  Savelli, Orsini, Alviano, Anguillara, Este, Cesi, Barberini, Caetani…I  cittadini Agostini,Fernandez, Gianlorenzo, Fabrizi, Fioravanti, Lucarello e, col diffuso cognome (20 famiglie) Milani. Gli immigrati, in antico, provenivano dal Regno di Napoli, dal Reatino, dal Piceno, dalla Provincia di Roma, da Padova (Nastaso da Megliadino S. Fidenzio, insegnante); da Poppi, carbonai; dal pistoiese; dal Portogallo e dalla Spagna. Ora provengono dall’Est Europeo. Per non parlare delle migliaia di fotografie di soggetti archeologici, storici, artistici e umani “scattate” da Zacchini. Però non si pensi che andando a Montorio, basti “visitare” questo straordinario fotografo, saltando il resto!  Ad ogni buon conto, ecco le sue coordinate:”ILCENACOLO  arte e cultura Sabina Romana- settore storia -Piazza Risorgimento,37  00010 Montorio Romano, tel.0774.62717, e-mail: cenacolomontorio@libero.it

 

Preistoria e storia. Miti di fondazione apparentemente non ce ne sono. Ci sono, ovviamente da sempre, boschi, prati e soprattutto oliveti, con le persone per “lavorarli”: pastori, boscaioli … poi anche carbonai (provenienti da altri territori) e qualche capo-villaggio. Era il fundus (romano); poi podium e castrum medioevale, con i quali ha inizio la storia documentata. L’Abbazia di Farfa costellò la campagna di piccole chiese e cappelle. La cura del culto cristiano favoriva anche il controllo civile della popolazione, ancora in “case sparse”. Nel 1135 fu “libero Comune” con l’unica denominazione: Nerola. Fu per poco. Altrimenti avremmo un primato europeo! Poi comincia il balletto dei vari feudatari, più o meno illuminati, tra cui ritorna continuamente la famiglia Savelli.

Ultimo "Signore" di Montorio, fino al 1870, fu Maffeo Barberini Colonna di Sciarra. Poi Montorio fu un Comune del Regno d’Italia. I primi Sindaci cominciarono a impegnarsi sulla storia e vita del Paese, verso un possibile sviluppo edilizio e civile. Alcuni, tra cui il Sindaco Milani, meritano ancora oggi la riconoscenza dei Montoriani.

Hanno diritto a una menzione  anche Don Pietro Borgia autore di un “De raptu Sabinarum”; Elia Imperi, poeta e Tarquino D’Agostino e Carabiniere, Medaglia d’oro alla memoria. Il centro storico. E’ ”disegnato” dal perimetro di case intorno al Castello, che lascia intuire l’antica cinta muraria. Da visitare con cura: il castello baronale, la relativa Corte e la prossima “Montaterra”,”Borgo”,’Entroterra, con via della Porta, piazza dell’Antico Castello, Via del Maganello Piccolo, Piazza della Donna, Strada del Maganello Grande, Piazza del Forno,Contrada del Tavolato (dove sorgevano le antiche case di legno), poi, Piazza del Colle,”u buriu”, Via delle Botteghe, Borgo Vicolo Sediari, Piazza dell’Ariuccia. L’antico abitato fu costruito col lavoro di esiliati.

FEDE E SPIRITUALITÀ CRISTIANA FRANCESCANA ( con una presenza ereticale) .Santa Barbara è compatrona, con S. Leonardo da Noblat. Santa Barbara nacque in Oriente, a Nicomedia di Bitinia e subì il martirio nel territorio montoriese.E’ patrona dell’Artiglieria, del Genio e della Marina da guerra, dei minatori e dei Vigili del Fuoco. San Leonardo da Noblat, francese, divenne compatrono, per suggerimento degli Abati di Farfa.E’ protettore delle donne in travaglio e dei prigionieri di guerra.    Il Beato Amedeo Portoghese ( e gli “Amadeiti”). Fu un taumaturgo. Guarì Francesco, figlioletto della Duchessa di Nerola, che, per riconoscenza , fece costruire il convento della Madonna delle Grazie. David Lazzaretti (e l’Ordine dei Giurisdavidici). Con Lazzeretti, il “profeta dell’Amiata”, siamo a metà del 1800, epoca risorgimentale. Da vetturale, dopo alcune visioni, si trasformò in predicatore dell’abolizione delle proprietà privata e di altre riforme della Chiesa. Fu invano ricevuto da PIO IX, che gli consigliò di ritirarsi: ” In Sabina, dove c’è anche della buona acqua diaccia!” A Montorio, Lazzaretti visse quarantasette giorni nella grotta del Beato Amedeo, lasciandovisi murare. In seguito, nella natia Arcidosso,durante un tumulto, fu ucciso della guardie. Con tutto il fascino delle grandi anime tormentate e “pazze di Dio”, è considerato eretico. Ogni anno vengono dall'Amiata gli ultimi seguaci Giurisdavidici. S.Leonardo da Porto Maurizio (l’”altro” S. Leonardo). Passò anche di qui e predicò la venerazione della Santa Croce. P. Agostino Fioravanti, Francescano, fu ordinato sacerdote dal Provinciale Mons. Benedetto Spila da Subiaco. Fu fondatore, direttore e Assistente del T.O.F. (Terzo Ordine Francescano). P. Colombo Angeletti. Nacque a Montorio nel 1917. Francescano, compì studi classici alla Gregoriana, fu Visitatore Generale e scrisse varie opere di soggetto storico e religioso. Frà Giuliano. Nacque a Montorio nel 1934. Francescano. Il 20 maggio 1962 celebrò la prima Messa in Montorio. Fu missionario in Madagascar, dove morì nel 1998. Pedro Fernandez da Murcia (pseudo Bramantino).Pittore sommo, autore del grande quadroLa visione del Beato Amedeo Menez da Silva”, detto ancheIl quadro di S. Angelo”.E’ un mistico della grande pittura. Ora quest’ opera è al Museo di Palazzo Barberini… (Barberini… ancora una volta a sottrarre “perle” dai paesi del nostro entroterra.).

Chiese e romitori in campagna. Le chiese maggiori: Santa Barbara - con una polla d’acqua, ora coperta da un vetro, sul punto in cui cadde la testa della Martire - e San Leonardo, con alcuni affreschi di pregio. Non mancano cappelle e romitori. Il grande convento di S. Maria delle Grazie è a qualche chilometro di distanza, nella pianura sottostante.

Banditi e streghe. Si parla (poco) del brigante Fontana e delle streghe e maghi detti “Mazzamorelli”.

 Mangiare, bere e dormire. Gnocchi e fettuccine al castrato, tordi e fagiani in padella, polenta con spuntature di maiale .L’olio  d’olivo ( DOC e DOP) è la specialità più ricca e richiesta ( tra l’altro, oleificio Colle dei Sassi e azienda agricola Milani). Non manca il buon vino locale. Dolci:cristata, pangiallo, amaretti, tozzetti con il cioccolato,e, soprattutto ciammella  all’anice (lievitata , di grandi dimensioni e con grandi “volute” ad intreccio: ed è morbida quanto basta). Si mangia: ”Alla Corte degli Orsini”, “Trattoria del Castello”- col menù della Duchessa -,Ristorante  “da Pino a Corte”,Pizzeria “L’altra teglia, “Giannetti” -Ristorante e pizzeria. Ospitalità:”Residenza degli oleandri” un tipico casale; Agriturismo “La ripa”.

LE FESTE. S. Barbara (4 dicembre); S. Leonardo da Noblat (il 6 novembre, con la statuetta del Santo nella casa del festarolo e la statua grande in chiesa); processione della Croce, (1-3 maggio, con Crocefisso ligneo portato a spalla dai giovani).

Anziani. Dei 2.300 Montoriani, trecento sono iscritti al Centro Anziani. Di mattina siedono - come dappertutto nei paesi-, sul loro “muretto delle bugie” per commentare fatti e personaggi.Lunga vita a questi arzilli e simpatici testimoni della Montorio che fu! Non meraviglia che, come scrive un loro concittadino, Luigi Griscioli nella premessa al libretto di Zacchini, il paese sia “ tanto amato e odiato dai suoi stessi figli”.Si tratta di una   faccia della stessa medaglia; ma amore, nostalgia  e attaccamento,prevalgono di gran lunga. Il cosiddetto “odio” è un meccanismo psicologico, per non commuoversi troppo. Giovani. Danno vita alla Banda musicale, a raduni bandistici, alla squadra di calcio , al motoraduno e alla band “Insalata sbagliata”.

Come raggiungere Montorio.Per la Via Tiburtina o Via Palombarese. Per corroborare il corpo, la mente e la spiritualità .