INVITO a….
MONTORIO ROMANO
(A cura di Giuseppe Cicolini)
Il nome. Montorio, come “monte d’oro”, dorato? I Montoriani vi trovano una relazione col Montorio in
Roma, dove ha sede il tempietto del Bramante. “Una terrazza su Roma,
Enrico Zacchini, fotografo e storico, è un
prezioso esponente del sapere locale. Ci sono, nel vasto panorama montano,
bellissimi alberi, soprattutto ulivi, nei
Monti Lucretili. Zacchini ha elaborato alberi
genealogici interessantissimi: dei feudatari e nobili,delle famiglie comuni
e delle famiglie immigrate, antiche e recenti : i Savelli, Orsini, Alviano,
Anguillara, Este, Cesi, Barberini, Caetani…I cittadini
Agostini,Fernandez, Gianlorenzo, Fabrizi, Fioravanti, Lucarello e, col
diffuso cognome (20 famiglie) Milani. Gli immigrati, in antico,
provenivano dal Regno di Napoli, dal Reatino, dal Piceno, dalla Provincia di
Roma, da Padova (Nastaso da Megliadino S. Fidenzio, insegnante); da Poppi,
carbonai; dal pistoiese; dal Portogallo e dalla Spagna. Ora provengono
dall’Est Europeo. Per non parlare delle migliaia di fotografie di soggetti
archeologici, storici, artistici e umani “scattate” da Zacchini. Però non si
pensi che andando a Montorio, basti “visitare” questo straordinario fotografo,
saltando il resto! Ad ogni buon conto,
ecco le sue coordinate:”ILCENACOLO” arte e cultura Sabina Romana- settore storia
-Piazza Risorgimento,37 00010 Montorio
Romano, tel.0774.62717, e-mail: cenacolomontorio@libero.it
Preistoria e storia. Miti di fondazione apparentemente non ce ne sono. Ci
sono, ovviamente da sempre, boschi, prati e soprattutto oliveti, con le persone
per “lavorarli”: pastori, boscaioli … poi anche carbonai (provenienti da altri
territori) e qualche capo-villaggio. Era il fundus
(romano); poi podium e castrum medioevale, con i quali ha
inizio la storia documentata. L’Abbazia di Farfa costellò la campagna di
piccole chiese e cappelle. La cura del culto cristiano favoriva anche il
controllo civile della popolazione, ancora in “case sparse”. Nel 1135 fu
“libero Comune” con l’unica denominazione: Nerola. Fu per poco. Altrimenti
avremmo un primato europeo! Poi comincia il balletto dei vari feudatari, più o
meno illuminati, tra cui ritorna continuamente la famiglia Savelli.
Ultimo
"Signore" di Montorio, fino al 1870, fu Maffeo Barberini Colonna di
Sciarra. Poi Montorio fu un Comune del Regno d’Italia. I primi Sindaci
cominciarono a impegnarsi sulla storia e vita del Paese, verso un possibile
sviluppo edilizio e civile. Alcuni, tra cui il Sindaco Milani, meritano ancora
oggi la riconoscenza dei Montoriani.
Hanno diritto a una
menzione anche Don Pietro Borgia autore
di un “De raptu Sabinarum”; Elia
Imperi, poeta e Tarquino D’Agostino e Carabiniere, Medaglia d’oro alla memoria.
Il centro storico. E’ ”disegnato”
dal perimetro di case intorno al Castello, che lascia intuire l’antica cinta
muraria. Da visitare con cura: il castello baronale, la relativa Corte e
la prossima “Montaterra”,”Borgo”,’Entroterra, con via della Porta, piazza dell’Antico Castello, Via
del Maganello Piccolo, Piazza della Donna, Strada del Maganello Grande, Piazza
del Forno,Contrada del Tavolato (dove sorgevano le antiche case di legno), poi,
Piazza del Colle,”u buriu”, Via delle
Botteghe, Borgo Vicolo Sediari, Piazza
dell’Ariuccia. L’antico abitato fu costruito col lavoro di esiliati.
FEDE E SPIRITUALITÀ CRISTIANA FRANCESCANA ( con una presenza ereticale) .Santa
Barbara è compatrona, con S. Leonardo da Noblat. Santa Barbara nacque
in Oriente, a Nicomedia di Bitinia e subì il martirio nel territorio
montoriese.E’ patrona dell’Artiglieria, del Genio e della Marina da guerra, dei
minatori e dei Vigili del Fuoco. San
Leonardo da Noblat, francese, divenne compatrono, per suggerimento degli
Abati di Farfa.E’ protettore delle donne in travaglio e dei prigionieri di
guerra. Il Beato Amedeo Portoghese ( e gli “Amadeiti”). Fu un taumaturgo. Guarì Francesco, figlioletto della
Duchessa di Nerola, che, per riconoscenza , fece costruire il convento della
Madonna delle Grazie. David Lazzaretti (e l’Ordine dei Giurisdavidici). Con
Lazzeretti, il “profeta dell’Amiata”, siamo a metà del 1800, epoca
risorgimentale. Da vetturale, dopo alcune visioni, si trasformò in predicatore
dell’abolizione delle proprietà privata e di altre riforme della Chiesa. Fu
invano ricevuto da PIO IX, che gli consigliò di ritirarsi: ” In Sabina, dove c’è anche della buona acqua
diaccia!” A Montorio, Lazzaretti visse quarantasette giorni nella grotta
del Beato Amedeo, lasciandovisi murare. In seguito, nella natia
Arcidosso,durante un tumulto, fu ucciso della guardie. Con tutto il fascino
delle grandi anime tormentate e “pazze di Dio”, è considerato eretico. Ogni
anno vengono dall'Amiata gli ultimi seguaci Giurisdavidici. S.Leonardo da Porto Maurizio (l’”altro”
S. Leonardo). Passò anche di qui e predicò la venerazione della Santa
Croce. P. Agostino Fioravanti, Francescano,
fu ordinato sacerdote dal Provinciale Mons. Benedetto Spila da Subiaco. Fu
fondatore, direttore e Assistente del T.O.F. (Terzo Ordine Francescano). P. Colombo Angeletti. Nacque a
Montorio nel 1917. Francescano, compì studi classici alla Gregoriana, fu
Visitatore Generale e scrisse varie opere di soggetto storico e religioso. Frà Giuliano. Nacque a Montorio nel
1934. Francescano. Il 20 maggio 1962
celebrò la prima Messa in Montorio. Fu
missionario in Madagascar, dove morì nel 1998. Pedro Fernandez da Murcia (pseudo
Bramantino).Pittore sommo, autore
del grande quadro “La visione del Beato Amedeo Menez da Silva”, detto anche “ Il
quadro di S. Angelo”.E’ un mistico
della grande pittura. Ora quest’
opera è al Museo di Palazzo Barberini… (Barberini… ancora una volta a sottrarre
“perle” dai paesi del nostro entroterra.).
Chiese e romitori in campagna. Le chiese maggiori: Santa Barbara - con una polla d’acqua, ora coperta da un vetro, sul
punto in cui cadde la testa della Martire - e San Leonardo, con alcuni affreschi di pregio. Non mancano cappelle
e romitori. Il grande convento di S. Maria delle Grazie è a qualche chilometro
di distanza, nella pianura sottostante.
Banditi e streghe. Si parla (poco) del brigante Fontana e delle streghe e maghi detti “Mazzamorelli”.
Mangiare, bere
e dormire. Gnocchi e fettuccine al
castrato, tordi e fagiani in padella, polenta con spuntature di maiale
.L’olio d’olivo ( DOC e DOP) è la
specialità più ricca e richiesta ( tra l’altro, oleificio Colle dei Sassi e azienda agricola Milani). Non manca il buon vino locale. Dolci:cristata, pangiallo, amaretti, tozzetti
con il cioccolato,e, soprattutto ciammella all’anice (lievitata , di grandi dimensioni e
con grandi “volute” ad intreccio: ed è morbida quanto basta). Si mangia: ”Alla Corte degli Orsini”, “Trattoria del
Castello”- col menù della Duchessa -,Ristorante “da
Pino a Corte”,Pizzeria “L’altra
teglia, “Giannetti” -Ristorante e pizzeria. Ospitalità:”Residenza degli
oleandri” un tipico casale; Agriturismo “La ripa”.
LE FESTE. S. Barbara (4 dicembre); S. Leonardo da
Noblat (il 6 novembre, con la statuetta del Santo nella casa del festarolo e la statua grande in chiesa);
processione della Croce, (1-3 maggio, con Crocefisso ligneo portato a spalla
dai giovani).
Anziani.
Dei 2.300 Montoriani, trecento sono iscritti al Centro Anziani. Di mattina
siedono - come dappertutto nei paesi-, sul loro “muretto delle bugie” per
commentare fatti e personaggi.Lunga vita a questi arzilli e simpatici testimoni
della Montorio che fu! Non meraviglia che, come scrive un loro concittadino, Luigi
Griscioli nella premessa al libretto di Zacchini, il paese sia “ tanto amato e odiato dai suoi stessi figli”.Si
tratta di una faccia della stessa
medaglia; ma amore, nostalgia e attaccamento,prevalgono di gran lunga.
Il cosiddetto “odio” è un meccanismo psicologico, per non commuoversi troppo. Giovani. Danno vita alla Banda
musicale, a raduni bandistici, alla squadra di calcio , al motoraduno e alla band “Insalata sbagliata”.
Come raggiungere Montorio.Per