IL PRESTIGIO SOCIALE DELLA PROFESSIONE DI INSEGNANTE AUMENTA O DIMINUISCE?

Una ricerca del MPI del 1999 relativa all’opinione che gli insegnanti stessi  percepivano del loro status sociale, dava questi risultati (scuole statali):

- negli ultimi dieci anni il prestigio è aumentato?

Hanno risposto sì il 49,5 % degli insegnanti di scuola dell’infanzia; il 9,1 % degli insegnanti di scuola primaria; il 4,5 % degli insegnanti di scuola media ; il 3,1 % della scuola secondaria superiore.

E’ restato immutato, per 23,3 % scuola dell’infanzia; 19,1 % scuola primaria; 22,9 scuola media; 21,4 % scuola superiore.

E’ diminuito, 25,6 % scuola infanzia; 70,9 % scuola primaria; 71,5  % scuola media; 74,2 % scuola superiore.

Per le scuole non statali le percentuali sono più negative.

Dal 1999 il mutamento intervenuto e ancora in atto richiederebbe una nuova ricerca.

Si può azzardare un’opinione in seguito ad osservazione partecipante?

Eccola.

In una scala del prestigio sociale delle professioni, l’insegnante è stato rivalutato, anche se di poco.

Per gli insegnanti di scuola dell’infanzia questa rivalutazione è senso comune, non solo percepita dagli interessati. Sono i genitori a dare più importanza al loro lavoro

educativo ( non più solo di semplice assistenza), che conoscono attraverso  contatti quotidiani.

Ma ciò si può dire anche per gli insegnanti di scuola primaria. Finito l’assedio dei genitori politicizzati negli Organi Collegiali, ora i genitori più acculturati si rendono conto che l’offerta educativa e didattica è più ricca (lingua straniera, computer, italiano e matematica  rinnovate), anche se tendono a difendere troppo i loro figli sui problemi del comportamento in classe e fuori.

Resta il grande problema del livello retributivo, che è ancora ben lontano dagli standard europei.

E’ vero che chi si orienta a divenire insegnante sa già- in tutto il mondo- che non è la professione più giusta per “fare soldi”. Si realizza come professionista dell’educazione perché ama “lavorare con le idee”, “lavorare con la gente” e “contribuire al miglioramento formativo, allo star bene insieme con i coetanei e all’avanzamento intellettuale degli alunni”.